Sondrio, la cannabis light nel distributore: attesa per le analisi

Gli esperti stabiliranno il principio attivo. L’ipotesi di reato è quella di spaccio.

Sarà fondamentale il risultato delle analisi - effettuate da laboratori specializzati - per accertare il principio attivo delle confezioni contenti la cannabis light che sono state sequestrate dai carabinieri dal distributore di dolciumi e bevande, aperto 24 ore su 24, che si trova a due passi dalla stazione ferroviaria.

Tra scatole di caramelle e altri prodotti c’erano, infatti, una quarantina di confezioni - poco più grandi di una scatola di fiammiferi - di cannabis light. Che di fatto, dopo la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso mese di luglio, non potevano essere più vendute.

Ed è per questo motivo che l’ipotesi di reato - le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Evira Antonelli - sulla quale stanno lavorando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sondrio è quella di spaccio di sostanze stupefacenti. E si indaga sui titolari dell’attività commerciale nella quale sono state sequestrate le confezioni di cannabis light.

Ma di cosa si tratta esattamente? Un tempo era possibile mettere in commercio dei prodotti che erano legati alla produzione della canapa. Non solamente semi o fibre che non hanno alcun principio attivo e che possono essere usati per gli scopi più diversi (ad esempio per realizzare alcuni tipi di pane o dei tessuti). Ma anche altri prodotti derivanti direttamente dalla canapa light che avessero un principio attivo molto basso. Su alcune confezioni veniva apposta la scritta “a scopo di ricerca e di studio”.

Come detto, però, la recente sentenza della Corte di cassazione ha cambiato “le carte in tavola”. La vendita di infiorescenze e di prodotti derivanti (in commercio c’erano tisane, oli e così via) non è più consentita, anche se il principio attivo è molto basso. Per questo motivo, quindi, l’ipotesi di reato è quella di spaccio.

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