«Sondrio Festival. Cresce ancora»
Tra gli applausi

Primo giorno Teatro sociale gremito e coda fuori. Ospiti, racconti e la mostra fotografica sull’Adda

Sondrio Festival batte anche la superstizione. Malgrado gli organizzatori abbiano scelto venerdì 17 per iniziare (per giunta alle 17) l’inaugurazione si è svolta senza intoppo alcuno. L’aspetto positivo, la gente. Davvero tanta, che per entrare in sala ha dovuto attendere in una ordinata fila.

Gli interventi

Apre al Teatro Sociale con un breve saluto il sindaco Marco Scaramellini, seguito dal presidente di Assomidop e assessore alla Cultura Marcella Fratta che sottolinea come il Festival stia crescendo anche grazie al contributo di idee di sponsor e sostenitori.

«Con la mostra fotografica di Vincenzo Martegani partecipiamo al progetto regionale Adda Food Art Valley che unisce sette province nella comune identità del fiume e prevede anche film, incontri ed eventi artistici». Fratta ha sottolineato anche la forza creativa del direttore Simona Nava e del suo staff, «capace sempre di trovare e gestire nuove iniziative». Padrona di casa la solita inappuntabile Gigliola Amonini che sollecita un opportuno applauso per l’impegno della giuria del pubblico guidata da Arrigo Mattiussi: «Alcuni giurati svolgono l’incarico con passione anche da un trentennio».

Al Sociale c’è il presidente della Giuria Internazionale, il fotografo di fama mondiale Jim Herrington che si dice onorato della partecipazione e dell’incarico. Intervistato da Massimiliano Ossini ha raccontato, tradotto da Luca Calvi, la genesi del suo premiatissimo libro “Climbers” in cui ha ritratto leggende dell’alpinismo. «Alcuni di questi, anziani, li ho colti nel momento della riflessione, quando occorre umiltà e saggezza. Momenti importanti da fissare nella pellicola per un’esperienza che diventa storia. Erano affascinanti e sexy, questi vecchi alpinisti con la sigaretta in bocca e i pantaloni alla zuova. Oggi tutti hanno instagram, sponsor, abbigliamento tecnico. Con tutta questa fretta, forse qualcosa si è perso...».

Ossini, in Valtellina per girare una puntata di Linea Bianca (mantenendo la promessa fatta l’anno scorso proprio qui) ha anche dialogato con Gigliola Amonini sul suo ultimo libro, “Amico”. Un romanzo, questa volta, che narra il mondo dei ragazzi delle grandi città dove è difficile avere tempo per se stessi. «Per il tredicenne Gabriele la scoperta della montagna, con riluttanza prima ed entusiasmo poi, è un modo di socializzare, di cambiare la propria vita. Raccomando caldamente a tutti di frequentarla, beati voi che l’ avete a due passi da casa».

Pubblicazione

Alla ribalta anche il direttore generale della Banca Popolare, Mario Alberto Pedranzini che, insieme alla curatrice Mina Bartesaghi ha presentato la pubblicazione “Habitat” dedicata a piante, uomini ed animali, poi omaggiata agli spettatori. In divisa da ranger, Krestin Burlingame, membro della giuria, ha portato il saluto del National Parks Service Usa.

E’ stato bello avere visto prima, vivi e sorridenti, di persona, Diana Kushner e Stephen Smith, moglie e marito, registi di “Alla ricerca di un oceano ghiacciato”, splendido film sull’Artico che si sta disgregando con effetti su tutto il clima mondiale. Perché poi, quando li abbiamo visti sullo schermo scivolare pagaiando su canoe in mezzo a ghiacci che ci sciolgono, in un ambiente a dir poco estremo, abbiamo seriamente temuto per la loro incolumità.

Significativa la definizione offerta da Diana per a capire il problema. «Quando usciamo sotto il sole ci mettiamo una maglietta bianca che respinge il calore, mentre il nero lo attira. Ho imparato che l’Artico è la maglietta bianca del pianeta».

Poi Edoardo Taori ha cercato di “suonare” alcuni fiori trasformando in note le loro variazioni elettriche: operazione riuscita con un reattivo ciclamino, fallita con un’ombrosa orchidea. Il Concert Plant è stato replicato ieri ai Giardini Sassi.

“La riserva Espiritu Santo” di Adrian Arce, è il grido di allarme di alcuni abitanti per la salvaguardia di un’area ricca di fauna e minacciata in Messico, mentre “Il misterioso mondo dei prati” di Waltraud Paschinger, con un sapiente uso della macrofotografia riprende scene di caccia spietata fra insetti in Stiria, un microcosmo messo in pericolo dall’agricoltura intensiva.

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