Sondrio, c’è il dormitorio, saliti a sette i posti nel container Cri

Servizi sociali Aperto il dormitorio in via Aldo Moro. Ospita tutti i senzatetto che sono presenti in città. A eccezione di uno straniero che si è rifiutato

SONDRIO

Pioggia battente e temperature rigide che sono arrivate ad annunciare l’incombenza dell’inverno non spaventano più così tanto, da lunedì sera i senza tetto che da settimane dormivano all’aperto tra il piazzale della stazione, i giardinetti Sassi e il parcheggio interrato di piazza Garibaldi hanno un tetto per ripararsi. Tutti. Soltanto lo straniero che ha scelto l’arcata del settimo ponte come luogo sotto cui passare la notte è rimasto fuori, ma per sua decisione.

La soluzione

Come annunciato dopo le denunce e l’attenzione puntata su quelle otto persone costrette a dormire all’addiaccio, ha riaperto all’inizio della settimana il container rifugio inaugurato alla fine dell’anno scorso dall’amministrazione comunale per dare riparo, almeno nei mesi più freddi dell’anno, a chi non ha una casa a cui tornare e non riesce neppure ad accedere ad alcuno dei servizi a disposizione, a partire dal centro di prima accoglienza di Sondrio i cui posti sono sempre occupati. A gestire l’ingresso dei senza fissa dimora nel container, così come lo scorso anno, sono i volontari dal comitato sondriese della Croce rossa italiana tramite una convenzione con palazzo pretorio.

Lunedì sera intorno alle 19, l’unità di strada della Cri coordinata da Michele Maltese insieme ad altre quattro persone e al delegato per le emergenze ha iniziato il giro in città per recuperare i senza tetto, «persone portatrici di un disagio complesso» dice Maltese. Sul furgone della Cri sono stati caricati i quattro pachistani della stazione, i due eritrei e l’italiano abituati a trascorrere le notti tra i giardinetti Sassi e il parcheggio interrato di piazza Garibaldi.

«Tutti comunque già noti da tempo sia alle istituzioni, sia alla cittadinanza per le condizioni di disagio in cui vivono» sottolineano i volontari della Croce rossa che hanno provato a convincere anche lo straniero che dorme sotto il settimo ponte, all’imbocco del parco Bartesaghi, ad andare nel rifugio. Inutilmente. «Ci ha detto che vuole stare da solo - spiega Maltese -. La cosa importante però è che sappia che se e quando vuole c’è un’alternativa al passare la notte all’addiaccio. Soprattutto ora che le notti cominciano ad essere piuttosto fredde».

Allargamento

Alla sua apertura, lo scorso anno, il container posizionato nel parcheggio di via Moro poteva ospitare quattro persone avendo due letti a castello. Viste le esigenze crescenti però, sono stati recuperati inizialmente altri due posti e poi anche il settimo, per non lasciare nessuno fuori al freddo. Nel rifugio le persone passano soltanto la notte, per il cibo i punti di riferimento restano la mensa alla Piastra, Immensa, e quella della Caritas. Al momento, tra l’altro, gli ospiti devono anche fare a meno del bagno che ancora non è stato collegato.

«Cominciamo a dare una risposta di assistenza a coloro che finora dormivano per strada - dice l’assessore comunale ai Servizi sociali, Lorenzo Grillo Della Berta -, tra cui alcuni in attesa dell’appuntamento in Questura per le pratiche relative alla richiesta di protezione internazionale. Se i numeri si manterranno come quelli attuali è già una buona risposta. Se dovessero aumentare valuteremo che tipo di altre azioni intraprendere».

Il progetto

Intanto nella rete di associazioni, tra cui anche la Croce rossa, sta venendo avanti il progetto per un centro servizi di contrasto alla povertà all’interno del Piano operativo nazionale (Pon) per l’inclusione sociale. «Si tratta di un bando per la gestione dell’emarginazione grave - spiega Grillo Della Berta - e lo stiamo mettendo a punto, ma prevede attività diurne. Sarà un’azione complementare a questa dell’accoglienza notturna. Cerchiamo di fare il massimo per i senza tetto e per i cittadini di Sondrio».

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