Sondrio, aumenta la Tari
Braccio di ferro Comune-Secam

Rifiuti. Nel 2020 tariffe in aumento per cittadini e imprese, il malcontento dell’assessore sul servizio di raccolta. La difesa dell’azienda

Costi esorbitanti, difficilmente leggibili per un contratto di servizio che sui rifiuti non produce risultati numerici all’altezza né degli obiettivi regionali né di quelli dell’amministrazione comunale. No, semplicemente un servizio basato sul piano provinciale e sul contratto siglato con dati che mostrano in maniera oggettiva la bontà del lavoro svolto.

Alla vigilia del consiglio comunale di Sondrio che stasera dovrà discutere, tra le altre cose, dell’aumento della tassa dei rifiuti (Tari), a tenere banco è il braccio di ferro a distanza tra la giunta comunale, all’attacco del gestore, e Secam, la società interamente pubblico che si occupa della partita, che risponde a tono.

A lanciare l’invettiva contro una gestione non all’altezza delle aspettative, non quelle previste dalle linee programmatiche di mandato, è l’assessore all’Ambiente Carlo Mazza che durante la commissione preparatoria del consiglio ha usato toni tutt’altro che concilianti nei confronti di Secam.

«La gestione della raccolta rifiuti costa 4 milioni e 50mila euro - ha detto leggendo il bilancio dell’assessorato -, una cifra esorbitante che, peraltro, ogni anno aumenta anche solo dell’adeguamento Istat. Una somma che fa riferimento al contratto trentennale veramente atipico, per usare un eufemismo, che il comune di Sondrio ha stipulato nel 2000 con l’allora Asm e che non è più stato rinnovato, che non è leggibile e che risulta opaco perché è tutto previsto a corpo (il compenso è cioè predeterminato, nda) e non si sa niente nel dettaglio».

Mazza ricorda che già lo scorso anno è stato istituito il tavolo di confronto con Secam «per porre rimedio a quelle che noi riteniamo delle mancanze notevoli».

«Qui - insiste Mazza - siamo invece molto sotto la soglia minima accettabile: il programma regionale dei rifiuti della durata di sei anni che scade adesso e si rinnoverà con obiettivi ancora più ambiziosi, prevedeva di raccogliere almeno il 65% di differenziata e noi siamo al 56%. E non al 64% come uscito sul report di Legambiente a cui Secam ha fornito numeri non reali».

«I dati oggettivi dicono che pur in una provincia con caratteristiche difficili, con costi di trasporto elevati rispetto alle realtà che hanno gli impianti di smaltimento sul proprio territorio, e penso a Brescia o Bergamo, la Tari è la quarta più bassa in regione. Direi che il resto sono parole» risponde l’ad di Secam Gildo De Gianni facendo riferimento allo studio di Cittadinanza attiva.

Quanto ai costi del servizio giudicati troppo elevati «sono quelli del contratto in essere - aggiunge -. Se l’amministrazione vuole introdurre qualche novità le dovrà concordare». Ma prima secondo De Gianni sarebbe bene che Sondrio si chiarisse le idee su quello che vuole fare.

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