Sondrio, addio “Giona”: nei suoi scatti l’amore per la Valle

Lutto Giorgio De Giorgi è morto all’età di 76 anni - Operaio e poi foto reporter, ha immortalato il territorio: gli alpeggi, le mucche, le fontane, i portoni e la gente

Le fontane, le porte, i portoni e i portali e la gente di Valtellina, terra in cui non era nato ma che amava, capiva e restituiva con la profondità della comprensione nei suoi scatti d’autore. E poi gli alpeggi e le mucche, soprattutto le mucche, il compagno per eccellenza dei montanari dalla tempra dura e resistente, genuina proprio come la sua, le cui immagini sono e resteranno negli occhi e nella memoria di molti dei residenti della provincia di Sondrio e di tutti coloro che hanno potuto ammirarle nelle mostre, sui libri o nelle pubblicazioni, anche adesso che chi ha scattato quelle foto non c’è più.

Giorgio De Giorgi, per tutti Giona, conosciuto al pubblico valtellinese per la sua lunga carriera di foto reporter svolta al servizio di pressoché tutte le testate giornalistiche attive in provincia e autore di fotografie che hanno ritratto le caratteristiche della Valle e scandito la sua storia - le immagini tra le più significative dell’alluvione del 1987 sono a sua firma -, è morto nella notte di domenica 5 aprile, anche se la notizia è stata resa nota solo ieri mattina.

De Giorgi era ospite della casa di riposo di via don Guanella a Sondrio a causa dei problemi di salute che lo tormentavano da una decina di anni e che per questo lo avevano allontanato dalla scena pubblica di cui è stato protagonista indiscusso. Lui artista dell’obiettivo con le sue chioma e barba fluenti, la macchina fotografica sempre accanto e quell’auto, la Volvo grigia station wagon, su cui c’era sempre di tutto e che ne annunciava la presenza. Un maestro venuto dal mare come tradiva il vago accento - era nato in Sardegna 76 anni fa - ma fine cantore della montagna che lo ha accolto, apprezzato e amato per quel suo tratto umano fatto di generosità e attenzione.

Ieri mattina quando la notizia del decesso si è rapidamente diffusa in città il cordoglio e lo sgomento sono stati unanimi. «Sondrio perde un cittadino che ha dato un rilevante e originale contributo, con le sue indimenticabili foto, all’immagine e alla conoscenza della città e del suo territorio» recita l’annuncio degli amici che si ritroveranno stamattina alle 11 per un addio laico alla Casa del defunto, vicino al cimitero della città.

Tra loro molti “colleghi” del sindacato, nel quale De Giorgi ha militato negli anni delle mobilitazioni studentesche e sindacali. «Prima di diventare fotografo professionista è stato un metalmeccanico e delegato Fiom in azienda» ricorda il segretario provinciale Cgil, Guglielmo Zamboni. Mentre un altro esponente del sindacato, Giorgio Nana, lo ricorda mostrando una foto che li ritrae insieme quando Giona era già in casa di riposo, sul tavolino una macchina fotografica.

Sì, perché è stata la sua grande passione per la fotografia a farlo conoscere a tutti in Valtellina. Gli scatti di cronaca, certamente, ma anche quelli artistici divenuti mostre, come l’esposizione “In Alpe”, allestita nella sala Ligari nell’autunno del 2011, grande omaggio alle mucche in alpeggio: «Questo lavoro fotografico mi piace pensarlo come un mio viaggio personale alla scoperta dell’uomo» ne diceva lui, affascinato dalla presenza degli animali, e che in un arco di tempo ampio li aveva inseguiti, ritratti e rappresentati.

Ma numerose sono anche le pubblicazioni sulle fontane della Valtellina, sulle porte e sull’arte. De Giorgi ha lavorato con chiunque avesse voglia di scavare, riflettere, interrogarsi sulla vita di tutti i giorni o sull’arte. Dagli anni duemila portò avanti una collaborazione con l’artista bormina Lux Bradanini. «Una persona speciale» dice lei.

Il funerale sarà celebrato oggi alle 15 in Collegiata a Sondrio.

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