Siccità, stato di emergenza regionale

Meteo Nonostante le piogge, il decreto del presidente Fontana che invita a limitare il consumo all’indispensabile. Sertori annuncia che per altri 10/15 giorni verrà mantenuto l’attuale flusso di acqua in uscita dagli invasi

Sei ordinanze comunali di limitazione dell’uso dell’acqua potabile già attive sul territorio provinciale per un totale di 21.800 abitanti, potrebbero presto aggiungersene altre.

Non foss’altro perché questa volta non è il gestore del servizio idrico integrato Secam a farne richiesta dopo il monitoraggio puntale della situazione locale, ma il presidente della Regione Attilio Fontana ,che proprio ieri ha firmato un decreto con il quale - a causa della grave situazione di deficit idrico che sta interessando il territorio lombardo e a sostegno della popolazione, dell’ambiente e delle attività produttive interessate - dichiara lo “stato di emergenza regionale” che resterà in vigore fino al 30 settembre.

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Il decreto raccomanda «a tutti i cittadini di utilizzare la risorsa acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile» e si accompagna allo schema di ordinanza sul risparmio idrico e sulle limitazioni per l’uso dell’acqua potabile che la Regione mette a disposizione dei sindaci raccomandandone l’adozione, salvo eventuali integrazioni in base allo specifico contesto e agli effetti della crisi idrica nei rispettivi territori.

La Regione raccomanda ai Comuni di limitare il più possibile l’impiego dell’acqua potabile per attività per le quali non ne sia necessario l’uso ed esplicita «di dare atto, in relazione alla situazione in essere, della necessità che gli enti competenti pongano in essere le azioni necessarie a contenere e ridurre le conseguenze della crisi idrica in atto, ivi compresa l’attivazione, ove possibile, di fonti alternative di approvvigionamento idrico».

E ancora «di stabilire che: nei bacini idrografici della Lombardia le utenze irrigue date in concessione, sia relative ad acque superficiali che sotterranee, dovranno essere gestite con parsimonia; in particolare, al fine di assicurare la massima valorizzazione della risorsa idrica irrigua disponibile i concessionari delle utenze irrigue daranno priorità al servizio irriguo tenendo conto delle colture e della loro fase fenologica».

Il decreto prevede inoltre che i gestori degli acquedotti procedano alla più razionale gestione della risorsa idropotabile, segnalino tempestivamente, eventuali casi di criticità delle fonti di approvvigionamento, nonché le misure adottate per fronteggiarle ed inviino report settimanali sia alla Direzione generale territorio e protezione civile della Regione che agli Uffici d’Ambito sulla situazione in atto, indicando eventuali misure di prevenzione da adottare, sia gestionali che strutturali.

Accordo con i gestori

Un provvedimento che arriva nel giorno in cui il cielo, dopo i primi scrosci di giovedì sera, ha regalato ieri un po’ di pioggia al territorio e in cui l’assessore Massimo Sertori, a seguito dell’aggiornamento del Tavolo con i gestori idroelettrici durante il quale è stata fotografata la situazione dei volumi disponibili negli invasi, nonché l’operatività delle centrali, ha annunciato il raggiungimento di un nuovo accordo.

«A fronte degli episodi temporaleschi delle ultime ore e nonostante la riduzione dei volumi disponibili, i gestori idroelettrici hanno accettato la nostra richiesta di mantenere per altri 10/15 giorni il flusso concordato di almeno 4 milioni di metri cubi d’acqua al giorno sul bacino dell’Adda - ha fatto sapere Sertori -. Tornando disponibili anche le acque degli invasi di Alpe Gera in Valmalenco, che fino a oggi è rimasta fuori servizio ci sarà la possibilità di mantenere lo stesso valore anche fino alla fine del mese di luglio».

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