Siccità, meno due miliardi di metri cubi di acqua

Meteo Il tavolo in Regione presenta dati castrofici e chiede un commissario straordinario in carico alla Lombardia. Adda mai cosi basso, neve molto al di sotto delle medie minime. Fontana: «Licenze per sfruttare acque superficiali»

Due miliardi di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla media del periodo. Percentualmente il 60% quando nello stesso periodo dello scorso anno si era registrato un deficit del 53,5%. Crisi idrica conclamata in Lombardia, che chiede funzioni commissariali siano in capo al presidente della Regione.

Il quadro

Se qualcuno avesse ancora avuto dei dubbi sulla situazione a dir poco critica, il tavolo regionale sulla siccità di ieri, convocato nelle stesse ore in cui i ragazzi dei Fridays for future scendevano in piazza per attirare l’attenzione sul cambiamento climatico, li ha fugati definitivamente: l’inizio di questo 2023 non lascia presagire nulla di buono per l’estate e meno ancora per la primavera imminente in cui comincia la stagione irrigua. Insomma, c’è poco, pochissimo per cui stare allegri.

«Le scarsissime precipitazioni nevose, unite all’incremento della temperatura e allo scioglimento delle nevi non hanno consentito di recuperare il deficit - spiega il presidente Attilio Fontana che ha coordinato il tavolo avendo al fianco Massimo Sertori che lo aveva convocato -. A livello regionale, rispetto allo storico del periodo, siamo passati, nell’ultimo mese, da -42.3 per cento a -60 per cento. E al momento le previsioni non mostrano segnali incoraggianti». In particolare, per quanto riguarda le precipitazioni, nel mese di gennaio l’anomalia negativa ha riguardato la porzione nord-occidentale della regione, mentre, a febbraio 2023, il dato medio provvisorio (l’analisi si ferma al 26 febbraio) a scala regionale è di soli 4 mm a fronte di una media di 71 mm e un minimo di 8 mm sul periodo 2006-2020. A febbraio 2022 erano stati registrati 24 mm. Gli accumuli nevosi risultano, ad oggi, abbondantemente sotto la media del periodo e persino al di sotto degli accumuli del 2022. Motivo per cui il totale delle riserve idriche risulta, a fine febbraio 2023, al di sotto del minimo del periodo di riferimento e al di sotto del totale registrato nel 2022, diminuito del 23% rispetto al 22 gennaio 2023 (-400 milioni metri cubi di acqua) e inferiore del 13,5% rispetto allo scorso anno.

I numeri

Per quanto riguarda il bacino dell’Adda, le riserve attuali sono di 461,1 milioni di metri cubi (-55,4%), mentre un mese fa erano di 604 milioni (- 29,2%). Complessivamente il bacino dell’Adda, Mera e Lario fa segnare un calo mensile di -21,3% di manto nevoso, -34,4% per gli invasi e -16,7% per i laghi. Il livello del Lario si attesta a – 8,8 centimetri rispetto allo zero idrometrico, pari al 18,2% del volume di invaso. In un quadro fortemente critico le buone notizie, se così si possono chiamare, riguardano la gestione dell’acqua fin qui fatta. «Fortunatamente la regolazione attuata mediante una politica “cautelativa” di limitazione delle erogazioni, proposta già a dicembre e richiesta formalmente a inizio febbraio - dice Fontana -, ha consentito di mantenere complessivamente le risorse stoccate nei laghi. Si è quindi deciso di proseguire con questa linea e prepararsi alla gestione delle acque nel corso della stagione irrigua. Verranno inoltre emanate direttive regionali per l’attivazione di licenze di attingimento da acque superficiali in condizioni di crisi idrica, nonché una disciplina specifica per concedere attingimenti di acque da cava. Sarà inoltre avviata una regolamentazione delle nuove concessioni di pozzi, sulla base della risorsa effettivamente disponibile».

Fontana ha anche detto che il Governo ha prorogato lo stato di emergenza per la Lombardia fino al 31 dicembre. È stato inoltre chiarito, in risposta alla sollecitazione del gruppo consiliare del Pd, che non è possibile richiedere in maniera preventiva lo stato di calamità perché quest’ultimo viene «concesso solo nel momento in cui si registrano i danni dei raccolti».

Quanto alla richiesta di un commissario nazionale per opere e investimenti a medio-lungo termine scaturita dal confronto interministeriale, è Sertori a sostenere che debba essere il presidente della Regione ad avere funzioni commissariali. «Questo tavolo - dice - ha dimostrato che con il confronto e il monitoraggio, lo scorso anno siamo riusciti a gestire al meglio l’emergenza idrica».

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