«Siamo usciti dal Covid con gli sforzi di tutti». Un “grazie” collettivo a sanitari e volontari

SanitàIeri al Sociale il ringraziamento a chi ha operato durante la pandemia Stradoni (Ats): «Nella festa il ricordo dei momenti duri e di chi ci ha lasciato»

«Quella di oggi (ieri, per chi legge, nda) vuole essere una festa che ha però in sé il ricordo di momenti duri e di persone che ci hanno lasciato. É giunto il tempo per dire “grazie” a tutti i nostri operatori, agli enti, alle istituzioni, ai volontari, che sono stati al nostro fianco nella lotta contro il Covid, un tunnel dal quale siamo usciti. Non al 100%, perché il virus è ancora presente, però siamo passati dalla fase pandemica a quella endemica, tant’è che ora col Covid possiamo convivere. Facendo però tesoro, dei nostri errori e dei nostri eroismi e con un occhio di riguardo, sempre, verso le persone anziane e quelle fragili che dobbiamo proteggere, vaccinandole e vaccinandoci».

I rappresentanti

É questo il profondo convincimento di Raffaello Stradoni, direttore generale dell’Ats della Montagna, che ieri mattina al teatro Sociale ha introdotto “Semplicemente, grazie!”, l’evento voluto da Regione Lombardia e rivolto in primis agli operatori della sanità così come ai tanti volontari che si sono messi a completa disposizione in piena emergenza.

La sala del Sociale in questo senso non mentiva, in quanto racchiudeva uno spaccato dei tanti che hanno operato in team contro il Covid. A partire dai medici, rappresentati da Alessandro Innocenti, presidente dell’Ordine dei medici ed odontoiatri di Sondrio; i farmacisti, rappresentati da Cesare Mazzocchi, presidente dell’Ordine dei Farmacisti della nostra provincia; gli infermieri, rappresentati da Giuseppe Franzini, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Sondrio.

Presenti anche il prefetto Roberto Bolognesi, il sindaco Marco Scaramellini, unitamente ad altri primi cittadini e ai presidenti delle Comunità montane, agli assessori regionali Guido Bertolaso, Massimo Sertori, Carlo Caparini, alla consigliera regionale Simona Pedrazzi, ai vertici delle forze dell’ordine e ad un florilegio di casacche rosse, gialle, e blu, in rappresentanza del mondo del volontariato, in primis, Croce Rossa, Protezione civile, Gruppi alpini.

Anche se ad intervenire, oltre a Bertolaso, che ha parlato per ultimo, ed al sindaco Scaramellini, padrone di casa, sono stati gli operatori della sanità, cioè coloro che hanno avuto la gestione del problema, operativi per mesi in prima linea.

Per Asst Valtellina e Alto Lario, a portare la propria testimonianza, è stato il direttore generale Tommaso Saporito, seguito dal collega Maurizio Gavalotti, direttore generale dell’Asst Valcamonica, mentre per l’ospedale di Gravedona, ha parlato Cesare Soldarelli.

«Tutti sono stati solidali, attivi, partecipi - ha sottolineato Saporito - e nessuno si è tirato indietro. Penso ai medici, agli infermieri, agli operatori socio sanitari, agli autisti che hanno portato i tamponi ad analizzare in giro per mezza Lombardia, nelle fasi iniziali della pandemia. Penso anche a tutto il personale amministrativo che ha operato a supporto di quello in prima linea. É stato uno sforzo corale a cui tutti hanno aderito. Anche persone comuni, imprenditori e cittadini che ci hanno supportato con donazioni».

Episodio emblematico

Emblematico, in questo senso, l’apporto assicurato da un imprenditore del mondo delle costruzioni di Sondrio che «su intervento di Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna - ha detto Saporito - ci ha fatto pervenire, nel giro di pochissime ore 700 mascherine Ffp2 che ha recuperato dalla sua consociata ticinese. Alle 10 del mattino dell’ultimo sabato di marzo del 2020 è partito da Sondrio con un lasciapassare ad hoc rilasciato da Prefettura e Guardia di Finanza di Sondrio, per portarsi al confine elvetico in zona di Lugano e recuperare gli scatoloni con le mascherine, che alle 13 erano già qui in ospedale. Una fornitura - ha concluso - che ha permesso agli operatori di Sondalo di non passare dai turni di otto a quelli, ben più pesanti, di 12 ore».

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