Secam: sì alla fiducia e agli aumenti

Assemblea Approvato dai soci il bilancio con due milioni di perdita che dovranno essere colmati dalle tariffe. Il sindaco di Sondrio: «Serve un direttore generale. Sui rifiuti occorre migliorare la qualità del servizio»

Secam, vince la fiducia. Posta come condizione imprescindibile per proseguire sulla strada del risanamento, che comporterà inevitabili sacrifici per le tasche dei cittadini e per le casse comunali dei soci, e del rilancio dell’azienda interamente pubblica che si occupa di acqua e rifiuti in provincia di Sondrio, si è concretizzata ieri nel voto a larga maggioranza favorevole al bilancio 2021 che, per la prima volta, chiude con un disavanzo di poco più di 2 milioni di euro.

A favore del conto economico cui sottende la previsione di aumenti tariffari sia per il servizio idrico integrato (+15% in due anni) sia per il settore ambiente (percentuale non ancora fissata) - «il riallineamento delle tariffe non è rinviabile, è un elemento da perseguire immediatamente, non a medio termine» ha detto il consulente di Utiliteam, la società di consulenza specializzata nel settore delle public utilities - si sono espressi i due soci di maggioranza relativa, il Comune di Sondrio e la Provincia insieme ad altri 46 dei 65 enti intervenuti nella sala di palazzo Muzio. Contro, invece, Montagna e Andalo, mentre in 15 hanno scelto la via dell’astensione. Tra loro, Silvia Cavazzi sindaco di Boermio e detentrice delle due di Valdisotto e Livigno.

Dopo l’apertura del presidente Raffaele Pini che, in scadenza di mandato, ha ringraziato tutti per il lavoro svolto, e l’illustrazione del bilancio da parte del direttore finanziario Andrea Portolani, è stato il garante etico di cui la società ha deciso di dotarsi lo scorso anno, il magistrato della Corte dei conti di Roma, Marco Villani a lanciare un appello a favore della società e della sua sopravvivenza. «Da garante posso dire che siamo certi dell’eticità di questo cda e della governance della società in generale - ha esordito -, un presupposto che però evidentemente non basta. E allora da amministratore pubblico che si rivolge ad altri amministratori non posso che ricordarvi che questa società è un patrimonio pubblico che andrebbe preservato. Bisogna ritrovare l’equilibrio perso, cosa che non dipende soltanto dalla governance, che come possibilità ha forse solo quella di provare a rinegoziare i debiti. Per il resto serve un atto di volontà da parte vostra, dei soci. Come amico della Valtellina, vi dico di non disperdere questo patrimonio».

Un appello accalorato che non è caduto nel vuoto. A dar voce alla volontà positiva a favore della società è stato per primo il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini che, al contrario di quanto fatto lo scorso anno quando decise di uscire al momento della votazione, ha esordito annunciando il voto favorevole. La dimostrazione più evidente che nonostante le difficoltà economiche l’aria intorno alla società, la cui governance nel frattempo è stata rinnovata (se ne sono andati sia l’ad Gildo De Gianni, sia il direttore Andrea Mariani), è cambiata.

«I documenti non lasciano spazio a grandi interpretazioni - ha detto Scaramellini -. Non c’è un solo indicatore in ordine tra quelli significativi. La società sta galleggiando senza più investire. Credo però che limitarci ad aumentare le tariffe non sia la strada giusta: rischiamo di rimandare i problemi come successo nel 2019. E’ necessaria anche una riorganizzazione aziendale che porti all’efficientamento gestionale».

E dunque secondo Scaramellini sarebbe necessario un direttore generale per gestire l’operatività. Quanto alle tariffe, suggerisce la verifica dell’anagrafica dei clienti pubblici e privati per l’acqua, «perché ci sono molte utenze anche consistenti che non pagano», e sui rifiuti chiede di accompagnare l’eventuale riallineamento ad un miglioramento della qualità del servizio, a partire dall’aumento della raccolta differenziata. Posizione condivisa anche dal sindaco di Morbegno Alberto Gavazzi. Non così Cavazzi di Bormio: «Mi auguro che sulle tariffe ci sia un incontro urgente per capire come programmare perché attualmente per noi sono valide solo quelle contrattualmente pattuite e trovo difficile trovare risorse diverse nei nostri bilanci».

Più dritti al punto Laura Bonat di Ardenno e Severino De Satefani di San Giacomo Filippo: «Non giriamo intorno alle questioni - ha detto la prima -: le tariffe necessitano di un aumento altrimenti al pareggio non si arriverà mai. Possiamo legarlo al miglioramento della qualità, ma le tariffe vanno aumentate». «Cominciamo a mettere in sicurezza il bilancio e la società - le ha fatto eco De Stefani - e poi parliamo del resto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA