Scuole superiori
Presidi al lavoro
per tornare in aula

L’intenzione è di ottenere una revisione e tornare a fare attività in presenza alle superiori

L’ordinanza così com’è non va bene e non è neanche molto chiara. Ha scatenato il caos nel mondo della scuola provinciale e sollevato polemiche da più parti - dalle famiglie alle forze sindacali, dai docenti agli studenti, ai vertici scolastici - l’obbligo della didattica a distanza (Dad) da lunedì 26 ottobre per circa 8.000 delle scuole superiori di Valtellina e Valchiavenna.

Si sta facendo di tutto per far ritornare la Regione sui suoi passi ipotizzando, come peraltro già molti istituti stanno facendo da questa settimana secondo quanto disposto da una precedente ordinanza regionale - la numero 620 di venerdì scorso -, la cosiddetta didattica digitale integrata o didattica mista: in parte lezioni da casa, in parte in presenza. In percentuali variabili.

Per tutta una serie di motivi è stata a dir poco adrenalinica la giornata di ieri, in un rincorrersi di telefonate, richieste di chiarimenti e riunioni in videoconferenza. Come quella convocata nel tardo pomeriggio all’Ufficio scolastico territoriale dal dirigente Fabio Molinari, reduce in mattinata da un’altra conference call con i vertici della scuola lombarda. Con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada «che ci ha comunicato che manderà alla Regione una richiesta di chiarimenti rispetto all’attuazione dell’ordinanza regionale» ha dichiarato in una nota Molinari al termine del faccia a faccia di ieri con tutti i dirigenti della provincia.

«Personalmente - afferma il dirigente - ho segnalato alcune possibili criticità che il ricorso esclusivo alla Dad potrebbe causare alle nostre scuole, qualora non pervengano indicazioni più chiare ed articolate».

A cominciare dal garantire agli alunni più fragili, che si avvalgono di un sostegno, il contatto con il loro docente in caso di Dad. Oppure come considerare le attività di sport - si pensi al liceo scientifico ad indirizzo sportivo o alle ore di educazione motoria -, laboratoriali o meno, visto che nell’ordinanza si specifica che i laboratori possono proseguire in presenza.

Ci sarebbero segnali su una possibile revisione del Pirellone: «Ho letto da fonti giornalistiche - dice Molinari - che Regione Lombardia si è riservata ancora del tempo per una riflessione sull’ordinanza emanata, ragion per cui riconvocherò i dirigenti al più tardi nella giornata di lunedì quando sicuramente la situazione avrà trovato una sua definizione in un senso o in un altro».

Inoltre dati alla mano, al momento, le percentuali relative alle classi in quarantena sono minime. «Dai dati forniti dall’Ats della Montagna attualmente risulta che, su un totale di 388 classi superiori, quelle poste in isolamento sono 14, pari al 3%» ha fatto notare Molinari. Fra le perplessità sollevate di concerto con i dirigenti «c’è anche la necessità dei ragazzi diversamente abili di mantenere saldo il legame con i propri docenti di sostegno e c’è da capire se l’educazione fisica sia da considerare un laboratorio pratico o meno».

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