Sci, gestori divisi
sulle riaperture
E si aggiunge caos

La presidente Anef: «Con questa situazione impensabile ripartire il 7» . Federfuni: «Noi apriremo»

Sulla riapertura degli impianti al 7 di gennaio è il caos. E stavolta il governo non c’entra, perché a dividersi e creare una confusione mediatica che non fa bene a nessuno, nel comparto, sono le due associazioni delle imprese che gestiscono gli impianti: Anef, da noi maggioritaria, e Federfuni, che in provincia ha un solo, ma importante affiliato, vale a dire la Sib di Bormio.

Ad aprire le danze ieri è stata Valeria Ghezzi, neo presidente Anef che all’agenzia Ansa ha detto, testualmente: «Aprire il 7 gennaio è un’utopia.Con una situazione sanitaria così compromessa non ha senso pensare di riaprire gli impianti. Se cala il contagio possiamo ipotizzare un’apertura tra il 20 e il 30 gennaio, non prima».

Botta e risposta

Apriti cielo. Le dichiarazioni sono state riprese da quasi tutte le testate on line e sono diventat un caso nazionale. Tanto che nel pomeriggio è intervenuto Andrea Formento, toscano presidente di Federfuni; «Gli esercenti aderenti a Federfuni Italia sono pronti ad aprire gli impianti di risalita e a dare il via alla stagione invernale dal 7 gennaio 2021, immediatamente dopo la validazione del protocollo da parte del Comitato tecnico scientifico e della Conferenza Stato-Regioni». Formento si è detto «veramente sorpreso dalle dichiarazioni della presidente Anef, sulla non possibile apertura degli impianti di risalita (naturalmente per i propri associati) il 7 gennaio. Dichiarazioni - riprende Formento - che non condividiamo nel merito, nella tempestività e nella mancanza di senso di responsabilità».

La richiesta

Federfuni ha inoltre chiesto alle altre componenti il mondo dello sci «a partire dal Collegio nazionale dei maestri di sci, alle associazioni albergatori, alle rappresentanze dei commercianti e alla Federazione sport invernali, ma soprattutto ai presidenti delle Regioni, di proseguire nel percorso di sostegno alla validazione del protocollo e ai rappresentanti delle forze politiche di condividere insieme a noi il possibile raggiungimento, salvo imprevedibili mutazioni dell’emergenza sanitaria, dell’obiettivo dell’apertura dell’attività trainante il turismo bianco italiano, che sono gli impianti di risalita, il 7 gennaio 2021».

Duplice problema

Il problema, come si può notare, è duplice. Da un lato c’è l’evoluzione dell’epidemia e dall’altra - di conseguenza - c’è il mancato via libera del Cts al protocollo siglato da Federfuni e Anef. «Se avessimo avuto una risposta sulle aperture staremmo già lavorando per aprire - ha detto ieri Ghezzi - . Abbiamo una situazione sanitaria che non tranquillizza. Oggi c’è grande incertezza e non sappiamo se realmente il 7 gennaio potremo aprire. È difficile pensare a come aprire non avendo un protocollo approvato dal Cts, soprattutto. Se non lo approvano entro Natale, ed è impensabile arrivati a questo punto, il 7 non potremo aprire».

Le reazioni

«Sono sconcertato - afferma Valeriano Giacomelli, amministratore delegato di Bormio Ski e affiliato a Federfuni -. Eravamo ormai arrivati ad un protocollo di intesa, e ora non si capisce più che succederà. È vero che il Comitato tecnico scientifico non ha ancora dato, in merito, una risposta certa, ma è vero anche che con il Covid le cose cambiano di giorno e giorno».

«Intanto, in attesa della data certa delle date di riapertura, perderemo altre risorse importanti - continua Giacomelli -. Già con la chiusura nel periodo dell’Immacolata e delle vacanze natalizie sono andati in fumo il 40% degli introiti di una stagione. Non ci aspettavamo dichiarazioni di questo tipo. Ci dicano, oggi però, non il giorno prima, se il 7 apriamo o no - aggiunge Giacomelli - perché i nostri dipendenti sono al lavoro, e se subito dopo l’Epifania non torneremo a lavorare, allora chiuderò gli impianti subito dopo le gare di Coppa del Mondo del 28 e 29 dicembre».

Preoccupato ma meno sconcertato l’avvocato Franco Vismara, amministratore delegato della società Funivia al Bernina (Fab Srl) che gestisce gli impianti di Chiesa in Valmalenco, e che aderisce ad Anef.

«Se Valeria Ghezzi ha perplessità in questo senso certamente un motivo c’è – afferma -. La speranza è che arrivi l’ok dal Cts al protocollo, del resto probabilmente è già stato analizzato visti i tempi lunghi, potremmo attenderlo a breve».

«Io resto sempre ottimista - aggiunge Vismara - e spero che ci facciano riaprire gli impianti il 7 gennaio. Certo che ogni giorno in più che passa, diventa sempre più difficile far quadrare I conti per un comparto come il nostro che già normalmente, lavorando tutti i mesi disponibili, fa già fatica in questo senso. Quel che è certo è che appena potremo iniziare a lavorare ci rimboccheremo le maniche e faremo tutto il possibile. Ma di ristori qui non solo non ne sono arrivati, ma nemmeno se ne è parlato».

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