Sci dal 7 gennaio
«E poi speriamo
di non smettere più»

Lenatti (Bernina): «Fosse per noi partiremmo già per Sant’Ambrogio, c’è anche la neve» L’incognita Svizzera: aperta, ma non si può andare

Fiocchi abbondanti sugli impianti di risalita chiusi, ormai è certo, fino a gennaio. E’ la neve a salutare l’entrata in vigore del nuovo dpcm, il cosiddetto dpcm Natale, illustrato ieri sera dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Un provvedimento che, in linea con le anticipazioni dei giorni scorsi, sceglie la via del rigore e rinvia l’apertura della stagione dello sci al 7 gennaio, al termine cioè della vacanze di Natale per «evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti» che potrebbero portare alla temuta terza ondata del virus.

Una decisione che sembra essere ormai del tutto metabolizzata dagli operatori del settore che da giorni, nonostante il tentativo estremo di far allentare le misure, immaginavano questo epilogo.

Continuità

«Tutto quello che viene è buono - dice Livio Lenatti, direttore delle Funivie al Bernina di Chiesa Valmalenco -. Credo che le decisioni non siano state prese a cuor leggero, ma con cognizione di causa. La cosa più importante ora è sapere che dal 7 gennaio potremo ricominciare per salvare il salvabile. Rischiare di aprire adesso per poi magari dover richiudere tra un paio di settimane sarebbe stato anche peggio. La speranza è che questo sacrificio serva per poi riuscire a portare a termine la stagione con due mesi abbondanti per sciare».

Una rassegnazione consapevole dunque che non significa in alcun modo che gli operatori hanno gettato la spugna, tutt’altro. «Noi siamo pronti - prosegue Lenatti -. Potremmo aprire anche per Sant’Ambrogio: i collaudi degli impianti sono stati fatti e le piste sono pronte. Tra l’altro aspettiamo questa grossa nevicata tra oggi e domenica. Cosa che suona un po’ come una beffa: gli altri anni quando potevamo aprire di fiocchi non se ne vedevano, adesso arrivano copiosi. In ogni caso la prendiamo positivamente, per la prima volta da tanti anni trascorreremo il Natale a casa e poi, come sempre, ci rimboccheremo le maniche e ripartiremo».

Anche nelle stazioni sciistiche dell’Alta Valle le operazioni per la preparazione delle piste procedono regolarmente: «A Livigno e a Bormio gli impiantisti stanno sparando con i cannoni - conferma Roberto Galli, presidente provinciale di Federalberghi - ed è positivo, significa che ci credono. Tra l’altro Bormio ospiterà le gare di Coppa del mondo. Gli operatori stanno cercando tutti di farsi trovare pronti per quando si potrà ripartire. Speriamo solo arrivino notizie chiare».

Auspicio

Lo stesso auspicio avanzato ieri sera dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana al termine del confronto con il premier Conte all’interno della conferenza Stato-Regioni in cui si è parlato del nuovo dpcm. Fontana si è detto ottimista per la riapertura degli impianti di sci il 7 gennaio, riapertura che dovrà sottostare all’adozione delle linee guida delle Regioni, quelle concordate con gli operatori, e validate dal Comitato tecnico scientifico. «Noi quelle linee - ha detto Fontana - le abbiamo inviate già a fine novembre per cui siamo tranquilli e confidiamo che vengano approvate al più presto».

Oltreconfine

Il problema per la stagione sciistica è legato semmai alla “concorrenza” degli altri Paesi, comunitari e non, che hanno scelto di tenere gli impianti aperti, a partire dalla Svizzera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA