Sbarra il sentiero
e minaccia denunce
«Presto l’esproprio»

Sondrio Interrotto il percorso da Mossini ad Aquino Protestano gli escursionisti: «Investiti soldi pubblici» L’assessore: «Iniziativa di un privato, interveniamo»

Rilancio turistico della città, riscoperta della Sondrio di sopra e delle sue bellezza, incentivi ad un andare più “slow”, a piedi o in bici, a scontrarsi con le (buone) intenzioni dell’amministrazione comunale che tanto sta investendo nella parte alta del capoluogo è in qualche caso la realtà dei fatti. Mentre palazzo pretorio investe attraverso il progetto Interreg sul completamento del sentiero Rusca, infatti, sull’altra sponda del Mallero qualcosa non funziona.

Imprevisto

Cartelli di avvertimento dal vago sapore minatorio - «non è un passaggio pubblico, potresti essere denunciato» - e una serie di reti arancioni da cantiere poste per impedire l’attraversamento vietano il transito sul sentiero che collega Mossini ad Arquino. A metterli nel bosco uno dei proprietari dei terreni su cui si snoda il tracciato.

Con la bella stagione e la voglia di riscoprire le passeggiate intorno a Sondrio, sulla spinta anche delle iniziative messe in campo dall’amministrazione per rendere più attrattivo il territorio, la situazione non è passata inosservata.

L’ultimo in ordine di tempo a denunciarla, dopo che altra documentazione anche fotografica era già stata inviata al Comune mesi fa, è Giorgio Gemmi, appassionato escursionista che passando per il tracciato, come molti altri prima di lui, si è imbattuto in una serie di cartelli e reti presenti dallo scorso novembre che ostruiscono il passaggio.

Sistemato dal Comune

«Nonostante gli sforzi per creare utili servizi per cittadini e turisti - punta il dito Gemmi – la città di Sondrio subisce azioni che vanno in senso opposto. Sul sentiero ci sono 6 reti arancioni che ne interrompono il transito poste con la minaccia di denuncia verso chi le oltrepassa e in corrispondenza dell’ultima c’è pure un casello (in mattoni di cemento) che parrebbe essere una costruzione abusiva. Il sentiero in questione, oltre ad essere riportato sulle cartografie, aveva avuto un’importante opera di consolidamento da parte del Comune».

Proprio in quell’area sono stati fatti gli interventi di messa in sicurezza, per 200mila euro, legati al ripristino dei danni causati dalla tempesta Vaia nel 2018. Lavori che hanno interessato anche il sentiero che, infatti, al netto dei problemi legati a quel tratto, è tornato praticabile.

La questione

La questione ruota tutto intorno alle proprietà private. A spiegarlo è Andrea Massera, assessore alle Opere pubbliche. «Quando è stato realizzato quel sentiero nel 2017 - ricorda - anziché fare una procedura di esproprio o di acquisizione dei terreni su cui realizzare il tracciato, trattandosi di circa 200 proprietari diversi, si è optato per raccogliere l’adesione al transito con una lettera inviata agli interessati anche tramite l’istituto del silenzio assenso».

Alle lettere qualcuno ha risposto, qualcun altro no. Fatto sta che il Comune ha acquisito il consenso al transito in questo modo, rinunciando invece alla proprietà delle aree interessate. Tutto è andato bene fino all’autunno scorso.

Dopo quattro anni, infatti, un proprietario, quello del terreno su cui sono stati messi cartelli e reti ha cambiato idea. «Sostanzialmente - dice Massera - ha segnalato che non intendeva più consentire il passaggio sul suo tratto di terreno. Dal punto di vista formale è legittimato a farlo e così ha fatto sapere che avrebbe chiuso l’accesso. Noi ci siamo attivati, abbiamo incaricato un tecnico per il rilievo di tutto il sentiero e il frazionamento e prossimamente daremo corso all’acquisizione dell’area per ripristinare il passaggio sul sentiero».

Da parte sua l’assessore auspica che essendo in corso l’iter di acquisizione, il proprietario voglia liberare fin da subito l’area. «Se anche non dovesse essere così e spero di no - rassicura Massera - la cosa comunque si farà e il problema sarà in ogni caso risolto».

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