Sanità, domani la protesta
Gallera va all’attacco

In un lungo video, l’assessore al Welfare ribadisce quanto fatto dalla Regione e i piani futuri. «Nessuno smantellamento del Morelli, né tantomeno chiusura ma potenziamento delle storiche vocazioni»

Nessuno smantellamento dell’ospedale, semmai un potenziamento delle sue storiche vocazioni, dalla riabilitazione alla cura delle malattie infettive alla pneumologia, anche attraverso ingenti investimenti regionali (2 milioni nell’ultimo riparto) e ministeriali, visto che il presidio è stato inserito nel piano per l’emergenza covid.

Alla vigilia della manifestazione di Sondalo, l’assessore al welfare Giulio Gallera fa il punto della situazione provando a smontare, anche con i numeri, molte delle ragioni della protesta.

In un video di undici minuti, Gallera mette in fila dubbi e risposte sul presente e sul futuro del nosocomio sondalino. «Un domani - chiarisce subito - che non prevede né chiusura, né smantellamento dell’ospedale».

«Lo sforzo che come Regione abbiamo compiuto e che stiamo compiendo - dice Gallera - è quello di costruire un disegno della sanità di montagna che consenta alla provincia di Sondrio di avere presidi che siano attrattivi per i medici - il loro reclutamento rappresenta un problema serio - e che, valorizzandone le vocazioni, possano svolgere una funzione efficace per rispondere ai bisogni di salute degli abitanti».

Un equilibrio tra differenti esigenze non facile da trovare, come ammette lo stesso Gallera, ma che il piano redatto dal Politecnico di Milano su mandato della giunta lombarda, anche grazie alle proposte migliorative apportate, sembra garantire. Il piano, che designa vocazioni specifiche per ciascun presidio, individua in Sondrio il punto di riferimento per la sanità locale e nel Morelli «un ospedale per acuti di importanza strategica nel sistema sanitario regionale. Come dimostrato durante l’emergenza covid». Tanto da essere stato inserito nel piano presentato al ministero in previsione di una recrudescenza della pandemia con la richiesta di 2 milioni di euro per il rafforzamento dei posti di terapia intensiva, di semi terapia intensiva, delle malattie infettive e della pneumologia.

L’assessore si addentra poi nello specifico di scelte e numeri. «Prima del covid il Morelli aveva 270 posti letto, dopo il covid avrà 270 posti letto - dice -: non c’è alcuna riduzione». Stesso discorso per il personale: oltre 900 unità prima che resteranno tali. E rimanendo ai numeri e alle accuse secondo cui Areu non porterebbe pazienti al Pronto soccorso di Sondalo, Gallera ricorda che nel solo mese di luglio sono stati 119 i pazienti che vi sono stati condotti.

E poi il punto più dolente: le specialità. «L’unità spinale continuerà ad essere sia in numeri di posti letto che in termini di qualità una delle unità spinali di riferimento della Lombardia - sostiene Gallera -. Una divisione che sarà integrata con tutti i centri trauma di alta specialità, sei in Lombardia, i cui pazienti dopo la stabilizzazione, saranno portati a Sondalo. I neurologi, gli urologi, i riabilitatori si sposteranno eventualmente dai presidi in cui operano per occuparsi qui dei pazienti». Quanto alla neurochirurgia che si sposta a Sondrio, «ma continua l’attività sulla colonna vertebrale a Sondalo», la chirurgia vascolare «che mantiene l’attività flebologica al Morelli» e la chirurgia toracica, «le tre discipline - spiega Gallera - servono a rafforzare il presidio di Sondrio in dea di secondo livello cosicché i bisogni non solo dell’Alta Valle, ma dell’intera Valtellina possano trovare sul territorio provinciale un presidio ospedaliero in grado di affrontarli».

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