Ritrova la bicicletta rubata: «Grazie al ladro che si è pentito»

Era dove era stata presa. La preside Meago aveva lanciato un appello sulla Provincia: «Credo abbia funzionato»

L’ha ritrovata esattamente dove l’aveva parcheggiata: una city-bike marca Sempion grigia metallizzata con il cestino nero posteriore. Esattamente dove gliel’avevano rubata. Per giunta chiusa col lucchetto chiuso e intatto.

Non credeva ai suoi occhi Ombretta Meago, preside dell’istituto comprensivo “Sondrio Centro”: di prima mattina ieri è arrivata da casa a piedi alle porte della scuola che dirige e, volgendo lo sguardo, ha visto la sua bicicletta, che le era stata rubata ad inizio settimana. Integra, senza graffi né alcun danno. A distanza di cinque giorni da quando mani ignote gliel’avevano sottratta - è successo nella giornata di martedì 6 settembre -, la due ruote è ricomparsa. Forse, azzardiamo, l’articolo uscito all’indomani del furto su questa testata, ha indotto il ladro o la ladra a ritornare sui suoi passi e restituire ciò che non era di sua proprietà.

Una storia che ha dell’incredibile, ma tutto è bene quel che finisce bene con i ringraziamenti della proprietaria stessa: «Onestamente in un primo momento ho pensato di avere le visioni. O comunque credevo si trattasse di una bicicletta uguale alla mia. Invece mi sono avvicinata e ho constatato che era proprio la mia» racconta ancora incredula la gradita sorpresa Meago.

Comprensibile lo stupore misto a gioia, in quanto la bici ha per la dirigente anche un valore affettivo. Ma a lasciarla senza parole è il fatto «che l’ho ritrovata esattamente nella rastrelliera di fronte alla scuola, dove l’avevo parcheggiata martedì mattina, nello stesso posto e chiusa. Col lucchetto, che nessuno ha tentato di forzare o di aprire». Il che significa che chi l’ha rubata e poi l’ha restituita o l’ha trasportata a bordo di un mezzo oppure è ritornato sul luogo tenendo alzata una ruota, quella posteriore.

Poco importa, perché «ci tengo a ringraziare la persona che si è pentita per quello che aveva fatto. In realtà non ci credo ancora: faccio fatica a pensare, che alla fine la persona che l’ha rubata si è redenta, ma la ringrazio davvero di cuore perché mi ha reso felice», controbilanciando l’esplosione di rabbia mista a desolazione di martedì pomeriggio, quando verso le 17,30 uscendo da scuola non aveva più la sua bici. «Molti colleghi, qui a scuola, come io stessa siamo convinti, che la notizia del furto nell’articolo pubblicato sul giornale abbia sensibilizzato la persona che l’aveva rubata. Ancora grazie. Tornerò a casa felice e in bicicletta».

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