Riscaldamento: 13 ore dal 22 ottobre

Il regolamento ministeriale Nella fascia climatica della nostra provincia temperature in casa di 19 gradi. L’obbligo non riguarda le utenze sensibili. Controlli a campione e attraverso le reti di distribuzione del gas

Tredici ore giornaliere, una in meno rispetto al passato, una temperatura puntata a 19 gradi con la tolleranza, di due gradi e impianti accesi dal 22 ottobre anziché dal 15. Nella speranza che ottobre, come spesso accade in Valtellina, regali giornate soleggiate e temperature miti e l’inverno non sia di quelli (troppo) glaciali. Dopo un’estate torrida di finestre aperte per cercare di far circolare aria, almeno nelle ore serali, a causa della guerra in Ucraina e del conseguente taglio delle forniture di gas dalla Russia, ci si avvicina ad una stagione invernale in cui il protagonista sarà se non il freddo, certamente il fresco. Quantomeno in casa.

Il riferimento

Nei giorni scorsi il Mite, il ministero della Transizione ecologica retto da Roberto Cingolani, ha infatti pubblicato il Regolamento per «realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia». E tra le misure previste, che chiamano direttamente in causa i cittadini, c’è la riduzione di un grado del riscaldamento negli edifici: da 17 con più o meno 2 gradi di tolleranza per quelli adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e da 19 con più o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri, con la sola esclusione degli ospedali e delle case di ripose, delle cosiddette utenze sensibili.

Insieme all’abitudine a vestirsi un po’ di più tra le mura domestiche - finiti i tempi delle magliette a maniche corte e delle finestre aperte in qualcuno dei condomini ad impianto centralizzato - le nuove regole prevedono una stretta anche sui giorni complessivi di accensione degli impianti: 15 giorni suddivisi tra il posticipo dell’avvio, che slitta dal 15 al 22 ottobre e l’anticipo di una settimana della data di fine esercizio e dunque prima settimana di aprile.

Non solo. La stretta riguarda anche le ore in cui è possibile far funzionare gli impianti: non più 14 come contemplato nella fascia climatica in cui sono inseriti i comuni della provincia di Sondrio (che oscillano tra la E e la F), ma 13, volendo anche frazionate, ma non di più.

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate dal Regolamento del Mite portano ad «un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas)».

Il problema è capire come e quanto queste misure saranno rispettate. Controllare casa per casa è evidentemente impossibile. Lo dimostra la storica difficoltà della Provincia, a fronte di risorse insufficienti, di verificare anche solo la manutenzione delle caldaie autonome. Più semplice potrebbe essere regolamentare temperature e orari di accensione nei condomini con impianti centralizzati – numerosi, ma per lo più a Sondrio - passando attraverso amministratori e assemblee. Anche se forse la leva maggiore potrebbe essere quella delle bollette.

Le verifiche

In ogni caso il Ministero non ha previsto controlli a tappeto per verificare che il riscaldamento non sia effettivamente alto, ma verranno al contrario monitorate direttamente le reti cittadine di distribuzione utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione e i punti di riconsegna della rete di trasporto Snam. Controlli a campione verranno, invece, effettuati su edifici pubblici, locali commerciali e punti a maggior consumo.

Alle regole sugli impianti di riscaldamento si aggiungono poi le misure da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti per un comportamento più virtuoso nei consumi. In questo caso si va dalla riduzione della temperatura e della durata delle docce, all’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, dall’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e dalla riduzione del tempo di accensione del forno, all’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice solo a pieno carico.

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