Radioterapia più efficace, meno viaggi per i pazienti

Sanità Solo 7 contro i 38 di prima per il tumore alla prostata e 5 al seno Barbonetti: «Una tecnica nuova che funziona con disagi molto ridotti»

É sempre più a misura di paziente, soprattutto quello che arriva dalle aree più periferiche della nostra valle, se non, addirittura, da fuori provincia, il servizio di radioterapia oncologica dell’ospedale di Sondrio. E questo per il fatto che, da alcuni mesi a questa parte, le sedute di radioterapia oncologica si sono ridotte di molto, in numero, per ciascun ciclo, cosicché l’impegno richiesto ai pazienti è molto meno.

Basti dire che si è passati da cicli di 38 a cicli di sette sedute per il tumore alla prostata, e da 30 a cinque per il tumore alla mammella, e, questo, senza cedere dal punto di vista dell’efficacia terapeutica. Semplicemente viene erogata una dose maggiore di radiazioni per ciascuna seduta, ricorrendo alla tecnica dell’ipofrazionamento, resa possibile, a Sondrio, dall’introduzione di apparecchiature di ultima generazione e dall’alta specializzazione del personale, perché, come noto, la strumentazione funziona nella misura in cui, gli specialisti e i tecnici, sono in grado di utilizzarla.

«Per quanto riguarda il tumore alla mammella abbiamo aderito al protocollo “Fast forward”, che segue le linee guida di Astro, la società americana di radioterapia oncologica - precisa Claudio Barbonetti, primario della Radioterapia oncologica e della Medicina nucleare di Asst Valtellina e Alto Lario -. I risultati di dieci anni di controlli sulle pazienti con determinate caratteristiche hanno certificato una reale equivalenza, nel risultato terapeutico, tra il frazionamento convenzionale delle dosi di radiazione e l’ipofrazionamento. Quando la situazione clinica lo permette, quindi - conclude Barbonetti -, per le donne giovani passiamo da 30 a 15 sedute, mentre per le donne fra i 55 e i 70 anni, che non presentano fattori di rischio elevati, e per tutte le ultrasettantenni, scendiamo a cinque sedute soltanto».Ciò che contribuisce, di molto, ad alleviare i disagi dei tanti pazienti che debbono recarsi in ospedale, ogni giorno, per le cure, e che talvolta, risiedono in Valchiavenna, in Alta Valtellina, ma anche nelle province di Como e di Lecco. Ben 304 i pazienti visitati e sottoposti a cure radioterapiche nei primi otto mesi dell’anno in corso, di cui, 85 donne affette da tumore alla mammella, e 45 uomini con cancro alla prostata.

Numeri record

Numeri record, osservano da Asst, che aumentano mese dopo mese, tenuto conto che, dall’inizio dell’anno sono stati eseguiti 11.150 esami e 3.310 prestazioni di radioterapia. Segno che sempre più valtellinesi e valchiavennaschi, che in passato si recavano fuori provincia, per le cure, oggi riconvergono sul polo oncologico di Sondrio, il quale attrae, anche, pazienti, dal Bresciano, dal Comasco, e dal Lecchese.

«Fondamentale, poi, con riguardo al tumore alla prostata - osserva Barbonetti - il lavoro svolto nell’ambito dell’equipe multidisciplinare che abbiamo tra la Radioterapia, l’Oncologia, e l’Urologia, attraverso la “Prostat unit”, composta da medici specialisti che valutano i casi singolarmente per individuare la terapia più indicata».

Sul modello della “Breast unit”, creata alcuni anni fa, sempre in Asst, per il trattamento del tumore al seno.

«Da giugno - prosegue Barbonetti -, in stretta collaborazione con l’Urologia, diretta da Pierluigi Giumelli, selezioniamo i pazienti con determinate caratteristiche diagnostiche, organizzando sette sedute radioterapiche a giorni alterni, in sinergia con i colleghi della Fisica sanitaria, i quali svolgono un ruolo fondamentale nella definizione della terapia ipofrazionata».

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