
(Foto di gianatti)
Le reazioni Giudizi opposti sulle scelte del Ministero per lo scritto. «Figure lontane dal percorso di studi». Molti si sono orientati su Angela
Contenti sì, ma solo a metà. Diametralmente opposti sono stati i giudizi sulle scelte fatte dal ministero dell’Istruzione, raccolti ieri+al campus scolastico di via Tonale a Sondrio, riguardo le tracce del tema di italiano, che ha dato il via alla maturità 2023. Oggi alle 8,30 si torna in classe, per affrontare il secondo scritto, specifico sulle materie di indirizzo.
Se da una parte i liceali e solo qualche candidato degli istituti tecnici intervistati all’uscita da scuola hanno manifestato pieno gradimento, giudicando fattibili gli autori e gli argomenti proposti da Roma, dall’altra i maturandi degli istituti professionali e tecnici li hanno bocciati. Senza mezzi termini: «Tracce terribili, lontane dal percorso di studi e dal futuro professionale» l’opinione condivisa da molti.
Tutti però concordi con una piena bocciatura dei due autori della tipologia A. Ossia l’analisi del testo: la poesia “Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo e un brano tratto da “Gli indifferenti” di Alberto Moravia. Della serie “Ma chi erano costoro?” si sono chiesti disarmati. Se di Quasimodo - forse la vita e magari una poesia in corso d’anno, pochissimi candidati (liceali per lo più) - ne ha sentito parlare, di Moravia no. Con grande rammarico, soprattutto per i maturandi che hanno sempre prediletto, anche nelle prove di simulazione, la tipologia A.
Reduce da una «notte tranquilla», Maddalena Scarinzi della quinta B Scienze umane del polo liceale, ha detto: «Tracce fattibili. Ho scelto la tipologia B 2, il testo tratto da “Dieci cose che ho imparato” di Piero Angela». «Per fortuna c’era lui - il sospiro di sollievo di Luca Vanotti della quinta B Mat (Manutenzione e assistenza tecnica) del professionale Fossati -. Non ci fosse stato Angela, non avrei saputo cosa scrivere».
«Tracce parecchio distanti dal percorso di studi. Ho optato per Angela, andando per esclusione» gli ha fatto eco il compagno di classe Andrea Pedrotti. Per tutti è due nel futuro c’è già un posto di lavoro sicuro come elettricista: chi in provincia, chi in Svizzera.
«Ho studiato tanto per prepararmi alla tipologia A, più nelle mie corde, ma invano - la delusione di Federica Rossi della quinta B Turistico del De Simoni-Quadrio -. Allora ho scelto la tipologia C, la lettera aperta all’ex ministro Bianchi sugli esami di maturità, argomentando il fatto che l’esame è solo l’ultimo capitolo di un lungo percorso» ha aggiunto Federica, che ha già tracciato il suo futuro avendo superato il test allo Iat di Cernobbio, «Its biennale che frequenterò in lingua inglese».
Anche Matteo Gusmeroli della quinta B Tecnico agrario ha svolto la traccia di Bianchi, «sostenendo che è tutto il percorso scolastico che educa: non sono di certo gli esami».
«Tracce fattibili, sicuramente più facili delle simulazioni fatte durante l’anno, però troppo brevi» il giudizio unanime tra i candidati della quinta B Elettronica del Mattei. Di loro Simone Cauneac si è cimentato su Angela - «secondo me la più facile», come il compagno Andrea Ferrari, mentre la scelta di Luca Delle Grazie è caduta «sulla tipologia C2, il testo di Marco Belpoliti “Elogio dell’attesa nell’era di whatsapp” che invitava ad una riflessione sull’impazienza che imperversa nella società moderna», insieme a quella di Angela, le due più scelte.
Tipologia B per Alice Corvi e per Samuele Bianchini, maturandi della quinta A del liceo linguistico. «Non ho avuto dubbi: ho svolto la traccia B3 di Oriana Fallaci - la spiegazione di Alice -, perché mi lasciava spaziare maggiormente con collegamenti storici ai conflitti in corso oggi come quello tra Russa e Ucraina oppure in Iran e quelli del passato studiati in storia».
«Spiazzato dagli autori proposti nella tipologia A, ho optato per la Fallaci» la scelta di Samuele, che si iscriverà alla facoltà di Filosofia alla Statale di Milano, mentre Alice, che da grande sogna «di diventare una illustratrice», ha superato i test per Design e arte all’università di Bolzano, «facoltà che frequenterò parlando tre lingue diverse».
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