Pesca riaperta per 3.500. Anno pieno di incognite

Ups Il presidente Manenti: «Difficoltà per il quadro normativo sulle specie» Lo scorso anno le incertezze hanno fatto perdere settecento iscritti

Alloctonia (pesci non del territorio) e siccità.

Aperta ieri nel segno di incognite e difficoltà la nuova stagione della pesca in provincia di Sondrio, gestita come ormai da cinquant’anni a questa parte, dall’Unione pesca sportiva, realtà che supera i 3.500 iscritti con una struttura con dieci dipendenti e 200 ittiogenici e a cui l’amministrazione provinciale ha recentemente rinnovato la concessione della piscicoltura, scaduta a febbraio.

Rinnovo di due anni

Rinnovo di due anni, non uno come inizialmente ipotizzato poiché la necessità di predisporre i bandi già a settembre avrebbe reso difficoltosa l’attività viste soprattutto le incertezze legate alle immissioni, in attesa dell’esito dei lavori del Nucleo di valutazione del ministero della Transizione ecologica sulle specie alloctone. Attualmente, secondo il decreto direttoriale 2 aprile 2020, sarebbero infatti specie alloctone, e dunque da mettere al bando, trota fario e iridea, laverello e salmerino alpino.

Quella dell’alloctonia è dunque una delle incognite che pesano maggiormente sull’attività delle lenze anche all’inizio di questa stagione, insieme alla scarsità di precipitazioni che fanno temere per un’altra annata di secche. Lo scorso anno le incertezze legate al pescato e poi anche alla siccità hanno fatto perdere all’associazione qualcosa come settecento pescatori.

Un calo, che significa anche meno risorse da poter investire nelle semine, a cui quest’anno l’Ups ha cercato di ovviare con una serie di novità introdotte con l’avvio della stagione: nuove zone di semina pronta pesca (una per ciascun mandamento) e l’introduzione della cosiddetta zona trofeo nel lago del Foscagno dove ci saranno pesci “importanti”, dal chilo in su, cosa che dovrebbe servire ad attrarre le lenze. E poi comunque semine aggiuntive anche di specie alloctone come le trote iridee e fario atlantiche in zone di minor tutela. Tutto sotto l’egida della Provincia di Sondrio.

Gestione complicata

«La stagione apre in un periodo non semplice per la gestione delle attività piscatorie e di quelle legate alle attività riproduttive nei centri ittiogenici - dice Renato Manenti, presidente dell’Ups -, difficoltà causate principalmente dal quadro normativo nazionale sull’autoctonia che deve ancora essere risolta. Il tavolo dovrebbe dare risposte alla fine di quest’anno, dopodiché vedremo. Certo arriviamo da una stagione, quella passata, particolarmente complicata in cui le scelte prese a livello nazionale hanno pesato e hanno causato l’allontanamento di molti pescatori. L’incertezza rimane, ma con le novità introdotte, con la semina di 25mila chili di adulto più il novellame che si aggiungerà più avanti speriamo di poter dare risposte ai nostri pescatori». Una stagione che apre nell’incertezza anche per quanto riguarda un altro tema: la siccità. «L’anno scorso anno è stato molto complicato - ammette Manenti -, ma temiamo che quest’anno la situazione si ripresenterà allo stesso modo, se non peggio visto che sarebbe il secondo anno consecutivo, ponendo un grosso punto di domanda sull’andamento della stagione. Neve ne è venuta poca, pioggia anche meno e dunque c’è il rischio che i tanti corsi d’acqua laterali finiscano in secca costringendoci, come nel 2022, ad andare a recuperare i pesci da un versante all’altro della Valle. Già adesso i bacini sono vuoti e se non arriveranno precipitazioni abbondanti non so come andrà»

Un’attività sempre più complicata considerando che la gestione delle acque interessa 1.200 chilometri di fiumi, 100 laghi e 40 bacini artificiali.

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