Per ogni battesimo
tre i funerali
«È preoccupante»

L’arciprete: «Triste che non nascano bimbi La nostra comunità invecchia, in chiesa tanti anziani Tengono comunione e cresima, ma solo per tradizione»

Non si può parlare di “saldo naturale” come per l’anagrafe civile, ma anche nelle parrocchie del comune di Sondrio, riunite in due comunità pastorali, quella cittadina e quella di San Bartolomeo per le frazioni, i numeri non sono positivi. A fronte di 78 battesimi celebrati, i funerali sono stati tre volte tanti, ben 239. Una fotografia che suscita dispiacere nell’arciprete, don Christian Bricola, che invita però a riconoscervi «l’emergenza demografica che da più parti è stata segnalata quando si parla dell’Italia e che, evidentemente, è arrivata da tempo anche a Sondrio».

Pochi figli

Secondo il sacerdote, «è triste e preoccupante che non nascano più bambini. Anche papa Francesco, poche settimane fa (nell’udienza generale di mercoledì 5 gennaio, ndr), con il suo linguaggio schietto, ha toccato questo argomento, dicendo che “cani e gatti occupano il posto dei figli”. Subito è stato attaccato, ma ha detto la verità».

Una riflessione che, apparentemente, si scontra con il numero dei battesimi, cresciuti dai 43 del 2020 ai 78 dello scorso anno: quattro a Mossini, tre a Triangia e 71 in collegiata. «Ma - precisa l’arciprete - i numeri sono falsati a causa della pandemia. Lo scorso anno abbiamo battezzato bambini anche già grandi, perché le famiglie avevano scelto di rimandare a causa della pandemia. Così, se in città abbiamo avuto 71 battesimi lo scorso anno e 36 il precedente, dobbiamo sommare il dato e dividere per due. Significa che i battesimi, senza la pandemia, sarebbero stati poco più di 50, in linea con gli anni precedenti». Se si tolgono i 26 nati da genitori stranieri - ipotizzando poi che non siano di fede cattolica - rimangono poco più di cento figli di coppie italiane. Significa che in città circa la metà delle famiglie, pur se tradizionalmente cresciute nella fede cattolica, sceglie di non battezzare più i propri figli.

«E così abbiamo una comunità che invecchia - afferma don Bricola -. Sono perlopiù anziani quelli che partecipano alle nostre celebrazioni e aumenta l’età di chi è attivo nella vita della comunità. Piccoli segni di speranza vengono però dall’aumento di bambini che vogliono fare i chierichetti e dalla partecipazione degli adolescenti al catechismo».

Importante, secondo l’arciprete, è poi non riflettere solo sui numeri. «Per i sacramenti è necessario pensare alla qualità - afferma -. Le famiglie che chiedono il battesimo hanno una fede più leggera, dubbiosa e traballante rispetto al passato. Anche le coppie che chiedono il matrimonio hanno alle spalle cammini di fede a volte interrotti. Ma la fruttuosità dei sacramenti non dipende da me, per fortuna, e sappiamo che la grazia del Signore agisce, perché lui vuole bene a tutti e i sacramenti possono riuscire a toccare il cuore come magari i preti, i catechisti o i genitori non riescono o non sono riusciti a fare».

Altri sacramenti

Un discorso che vale anche cresime e prime comunioni, chieste ancora dalla quasi totalità delle famiglie. L’anno scorso ne sono state celebrate sette a Mossini, quattro a Ponchiera, tre a Triangia e 177 in città tra Beata Vergine del Rosario (25), Sacro Cuore (29) e San Rocco (123). In totale sono stati, dunque, 191 i bambini a completare il cammino di iniziazione cristiana. Se si eccettuano 58 bambini che tra gennaio e febbraio hanno recuperato a San Rocco mancate celebrazioni del 2020, sono 133 quelli ad aver ricevuto prima comunione e cresima in città, praticamente la totalità degli undicenni se non si considerano gli stranieri.

«Non sta però “tenendo” l’adesione al cammino di iniziazione cristiana - sottolinea l’arciprete -, né la partecipazione al percorso di preparazione o alla Messa, ma semplicemente la tradizione: guai a non far fare la cresima o la prima comunione ai propri figli». Alberto Gianoli

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