Pensioni minime, aumento in arrivo
per gli over 75

PrevidenzaÈ previsto dalla manovra del governo. Interessate in provincia circa 5.600 persone, Circa 80 euro in più al mese, ma soltanto per il 2023

Nuovo anno all’insegna di pensioni un po’ più “ricche” per i percettori degli assegni minimi anche in provincia di Sondrio, ma solo se over 75. Una platea di circa 5.600 persone su un totale di 9.400, pari al 60%.

L’iter

L’emendamento del Governo approvato nella notte tra martedì e mercoledì, dopo lunghe discussioni, è parte integrante della manovra licenziata ieri alla Camera e che dovrà passare ora al vaglio del Senato. Dopo giornate di lavori febbrili, di rimaneggiamenti e correzione di errori, il grosso è fatto e per i pensionati, ma solo per gli over 75, ci sarà l’aumento dall’1,5% al 6,4% previsto nel testo varato dal Consiglio dei ministri. Un incremento che si somma all’adeguamento all’inflazione, già fissato dal Governo Draghi al 7,3% per il 2023, che per le minime Inps (525,38 euro mensili) è pieno.

A beneficiare dell’aumento, come anticipato, saranno solo i cittadini che hanno 75 anni o più. A tutti gli altri, 3.800 percettori di minima in provincia, sarà applicato un diverso adeguamento all’inflazione, che comunque corrisponderà a un ritocco dagli attuali 525 euro a 563,73 euro al mese, 38,35 euro in più.

La situazione

In Valtellina, così come in generale nel resto d’Italia, i pensionati più anziani rappresentano la fetta più consistente di coloro che percepiscono i trattamenti minimi. Basta vedere i dati messi a disposizione dall’Inps sul proprio sito. L’assegno più basso viene incassato mensilmente, nella nostra provincia, da 9.412 persone, che beneficiano di un importo medio di 503,35 euro al mese.

I diretti interessati dall’adeguamento deciso dal Governo, quelli cioè che i 75 anni li hanno già compiuti, sono invece complessivamente 6.663. Per loro la media dell’assegno è di 502,51 euro.

Da questa platea, spiega Luca Moraschinelli della Cisl, va scomputata la parte delle pensioni “cristallizzate”, quelle cioè che avendo superato un certo limite di reddito non vengono toccate. Si tratta di 1.053 trattamenti che dunque, sottratti al totale, portano alla platea di circa 5.600.

Analizzando nel dettaglio il monte complessivo delle pensioni minime, si vede che nella maggior parte dei casi si tratta di quelle di vecchiaia: a questa tipologia corrispondono 4.906 assegni, di cui 786 cristallizzati, per un importo medio di 503,81 euro; 1.425 (223 cristallizzati) sono invece per i superstiti (importo medio 500,07 euro), mentre gli assegni di invalidità sono complessivamente 332 (44 cristallizzati) per un importo medio di 493,88 euro.

Mille euro

L’incremento sarà quindi consistente, considerata la media percepita dagli ultrasettantacinquenni: oltre 80 euro al mese che, rappresentano un incremento del 16%, che su base annua porterà nelle tasche di questi pensionati complessivamente 1.040 euro in più (considerando anche la tredicesima), rispetto alla condizione attuale.

Bisogna però considerare che la rivalutazione all’inflazione che sarebbe scattata comunque avrebbe portato le pensioni minime a incrementarsi dal prossimo gennaio di quei 38,35 euro al mese, pari a circa 500 euro all’anno. Di conseguenza, l’aumento effettivo di cui gli over 75 beneficeranno sarà di circa 44 euro al mese.

Una tantum

L’emendamento non introduce un aumento strutturale che avrà valore soltanto per il 2023 e dovrà eventualmente essere ridiscusso alla fine del prossimo anno.

Una manovra che non convince per niente il sindacato. «Siamo consapevoli che ci sono pochi soldi e ogni piccolo passi avanti va bene, ma non è né sufficiente, né soddisfacente - il commento di Sergio Marcelli, segretario generale Fnp della Cisl di Sondrio -. Non prevedere la rivalutazione completa delle pensioni è un pasticcio in cambio di altri disastri come la flat tax che a 85mila euro non va certo nella direzione di aiutare le categorie più povere. Il Governo ha cercato di accontentare tutti senza risolvere alcun problema. Non siamo per fare la guerra solo su quel punto - conclude - ma è nel complesso che la manovra non funziona, e noi siamo per una riforma strutturale del fisco e delle pensioni».

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