Nuovo governo. La “sovranità alimentare” divide la Valle

Commenti Deghi (Bitto e casera): «Governo fuori tempo. Il rimando all’autarchia va contro la nostra economia». Credaro: «Se bene interpretato penso sia un aspetto positivo»

Il passaggio del testimone fra Massimo Garavaglia e Daniela Santanché al Ministero per il Turismo e l’introduzione del concetto di sovranità alimentare in tema di agricoltura, non sono passati inosservati in provincia di Sondrio, realtà nella quale il prodotto turismo e le produzioni agricole impattano fortemente sul Pil locale.

Persino Gionni Gritti, presidente di Confartigianato imprese Sondrio, che non ha l’agricoltura nel suo core business, assicura di essere rimasto colpito dal ricorso al concetto di sovranità alimentare correlata alle politiche agricole.

«Mi ha sorpreso, questa nuova dicitura del dicastero posto in capo a Francesco Lollobrigida - dice Gritti - e denominato, appunto, Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, perché penso sottenda alla volontà di imporre e salvaguardare il made in Italy sui mercati europei e internazionali. Fare in modo che le nostre produzioni siano tenute in maggiore considerazione e che alla nostra agricoltura sia garantita una maggiore indipendenza».

E sulla stessa lunghezza d’onda è anche Loretta Credaro, presidente della Camera di commercio di Sondrio, e dell’Unione turismo, commercio, e servizi della nostra provincia, la quale vuole leggere in positivo il riferimento alla sovranità alimentare di nuova introduzione.

«É un termine molto forte, quello cui si è ricorsi - ammette - però se per sovranità alimentare si intende, come ipotizzo, un voler rimarcare la necessità di salvaguardare il made in Italy, quindi, le nostre produzioni di altissima qualità a tutti i livelli, a cominciare da quello agricolo, allora penso che sia positivo. Perché abbiamo un settore agro-alimentare che rappresenta un fiore all’occhiello a livello mondiale e abbiamo anche la popolazione più longeva d’Europa, proprio perché mangiamo bene. Non vedo perché dovremmo essere costretti, come abbiamo rischiato spesso, di vedere i nostri prodotti banalizzati o uniformati verso il basso per essere, diciamo così, in linea con la media delle produzioni di altri paesi. É una cosa che non si può vedere».

Sta stretto, invece, il concetto di sovranità alimentare, a Marco Deghi, presidente del Consorzio di tutela dei formaggi Bitto e Casera, prodotti lattiero caseari che hanno un mercato notevole anche all’estero.

«Non mi aspettavo assolutamente il ricorso ad un concetto di sovranità in campo alimentare che rimanda ad una sorta di autarchia, oggi completamente fuori tempo - dice Deghi - . Un qualcosa che non concilia con la politica commerciale italiana ma neppure con quella provinciale, fondata su tanto export. Siamo il paese che esporta più vino, pasta e formaggi, abbiamo un bacino enorme in questo senso, per cui cosa c’entra la sovranità alimentare? Non saprei. I nostri prodotti di eccellenza fanno il giro del mondo, sono prodotti bandiera e torniamo all’autarchia dei tempi andati.. Tutto ciò non è coerente».

«Ricordo solo, per quanto riguarda i nostri formaggi a denominazione, che l’export è in costante aumento, nonostante tutti i problemi in atto, fra chiusura del mercato Russo e via di questo passo. Ebbene - conclude Deghi - nonostante tutto, noi quest’anno come Bitto e Casera abbiamo visto crescere l’export dal 10 al 15%».

In posizione “attendista” resta invece Bruno Delle Coste, presidente del Consorzio Mele di Valtellina Igp, che preferisce vederci chiaro, nel concetto di sovranità alimentare, prima di esprimersi.

«Non ho capito, francamente, cosa intenda con tale termine chi ci governa - dice - perché se si parla di salvaguardia delle eccellenze, Igp comprese va bene, ovvio, però è un concetto nuovo che vorrei approfondire. Spero solo che il Governo si metta al lavoro subito e faccia qualcosa di buono, perché qui, la situazione, è difficile. Alla fine, anche la stagione delle mele, che sembrava molto buona, vede un calo del 20% del raccolto, fra le gala scoppiate alla prima pioggia e l’assalto finale della cimice asiatica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA