
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 20 Novembre 2023
«Non avere paura del cambiamento»
Seconda giornata La ricetta di Gianluca Gotto, nomade digitale e scrittore molto popolare tra i giovanissimi. Ha raccontato alla giornalista Maria Luisa Cocozza la sua esperienza: «Solo in Italia ho trovato diffidenza»
Cambiare vita per essere un po’ più felici. Un contributo importante alla riflessione esistenziale, quello portato a Sondrio Festival da Gianluca Gotto. Trentatreenne di Torino, da una decina di anni si è reinventato “nomade digitale” ispirato dal buddismo, scrivendo delle proprie esperienze per il web prima e poi sulla carta stampata, in un interessante percorso da blogger a scrittore tout court.
Che ha raccontato a Maria Luisa Cocozza, giornalista sensibile alle tematiche degli animali, chiamata stavolta ad indagare il pianeta-uomo, specie minacciata quanto le altre. A Gotto, ventenne, sono bastati un computer, una connessione a internet e tanta voglia di fare per lavorare in qualsiasi parte del mondo.
Difficoltà
«In Italia, come ho avuto modo di riscontrare nei paesi in cui ho vissuto, Australia, Canada, il cambiamento è visto con diffidenza, mentre lì è accettato come un fatto normale. Ho raccontato tante storie di cambiamento nel mio blog ma in Italia non ne ho praticamente trovate, così ho deciso di narrare la mia. Prima un lungo articolo sul web, poi un vero e proprio libro, “Le coordinate della felicità”, inizialmente autopubblicato, quindi altri libri». La sua scrittura si è diffusa soprattutto tra i giovani, ispirandone a migliaia e dimostrando che un altro modo di vivere e lavorare è possibile.
«Penso di comunicare un punto di vista differente sulla vita. Non bisogna avere paura di cambiare, smettiamo di evolverci quando ci fermiamo”», dice Gianluca. E ancora: «Ognuno di noi ha una frequenza unica e noi possiamo scegliere su chi sintonizzarci, se noi stessi o gli altri, fare quello che vogliamo o quello che ci dicono di fare».
Una piccola rivoluzione-evoluzione, insomma. Cocozza sottolinea che spesso la paura del cambiamento viene usata come strumento di potere: «Tanti meccanismi della nostra società sono fondati sulla paura. Dobbiamo cercare di vivere con un certo distacco quello che ci viene dall’esterno, riconnetterci con noi stessi anche attraverso la natura che non è stata costruita dall’uomo, è una forza a se stante, un’anima universale. Oggi, molti giovani hanno il Fomo (Fear of missing out) la paura di perdersi qualcosa di importante e sono continuamente attaccati a cellulari e computer. C’è dell’altro, basta fermarsi ogni giorno ad ammirare un’alba o un tramonto».
Un veloce riferimento anche all’ultimo, sconvolgente, fatto di cronaca. «I giovani devono capire che l’amore non è possesso, purtroppo da questa concezione vengono le tragedie peggiori. Cerco di comunicare anche questo, nei miei libri».
Caraibi e foreste
Sullo schermo, finalmente, un bellissimo documentario con il mare protagonista.“Il tesoro dei Caraibi” di Ana Salceda racconta con splendida fotografia sottomarina la battaglia per la tutela della barreria corallina Cayman Crown in Belize, in grado di rigenerarsi dai noti fenomeni di sbiancamento. Alleandosi con alcuni pescatori, i biologi sono riusciti a sottrarla ad una pesca selvaggia e a ripopolare l’area usando i suoni emessi dai pesci per richiamarli alla riproduzione. Ma ancora resta molto da fare per preservare l’area, scoperta quasi per caso e dalla forma e struttura unica al mondo.
Austriaco anche il secondo documentario, “Gorilla gorilla gorilla” presentato in sala dallo stesso regista Harald Pokieser che segue la vita dei primati in una foresta di pianura del Gabon, dall’infanzia all’età adulta con scene struggenti di cura della prole, simpatiche prove di addestramento acrobatico nella salita di alberi altissimi, primi combattimenti rituali.
Il regista ha ripreso anche gli abitanti del vicino villaggio, festeggiano in musica l’arrivo dei nuovi nati e vivono in perfetta armonia con i gorilla, minacciati purtroppo nella loro esistenza dalla deforestazione e dal bracconaggio. Due documentari che con rigore scientifico abbinato ad una narrazione convinta e avvincente pongono una forte candidatura alla vittoria nel premio più ambito, il “Città di Sondrio”.
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