«Noi, scappati dall’Ucraina
sette anni fa»

La storia Una giovane mamma con marito e due figli: «Ci siamo trasferiti a Sondrio dopo la guerra in Donbass

«Quando guardo i miei figli, la mente corre subito a quelle immagini drammatiche di bambini morti o costretti a fuggire da un momento all’altro. E, allo stesso tempo, non riesco a immaginare quali sentimenti possa avere nel cuore una mamma che ha perso il proprio figlio».

Pensare alla condizione in cui versa attualmente l’amato Paese è davvero difficile per Olga Prodaniuk, giovane mamma originaria di Černivci, nella parte occidentale dell’Ucraina, a poca distanza dal confine moldavo e dalla frontiera rumena.

«Condizioni disumane»

A differenza di molte altre sue conterranee, costrette in queste settimane a emigrare in condizioni disumane, Olga è a Sondrio già da sette anni, assieme al marito Egor e ai figli Nikol e Denis. «Ci siamo trasferiti qui nel 2015, un anno dopo lo scoppio della guerra nel Donbass. Nostra figlia era ancora piccola, allora non era rischioso stare là, ma abbiamo preferito lo stesso lasciare l’Ucraina per trasferirci in un posto più sicuro».

Quella che inizialmente sembrava solo «una scelta temporanea, magari anche un po’ particolare», col senno di poi, invece, si è confermata una vera e propria fortuna. «I primi anni, ogni tanto, pensavo di aver sbagliato ad andare via di casa. A Sondrio, però, fin da subito mi sono sentita accolta, vivo davvero bene qui in Valtellina».

Il resto, purtroppo, è storia recente. «Il 24 febbraio – giorno dell’inizio dell’invasione russa in territorio ucraino –, quando mi sono svegliata, non volevo crederci: fino all’ultimo ho sperato non capitasse, era davvero surreale. Il pensiero è andato subito, chiaramente, ai miei parenti là», aggiunge Olga. Fortunatamente, «in pochi giorni sono riusciti ad arrivare in Italia mia mamma Liudmy la, mio papà Vitalii, assieme alla sorella di mio marito, Anna, di 19 anni, e ad una amica, Mariana, con il piccolo Vlad».

È stato il marito Egor «ad andare a prenderli alla frontiera in Moldavia: hanno percorso in tutto 2.100 km, ci hanno impiegato un paio di giorni». Seppur breve, l’attesa si è fatta comunque sentire e, quindi, per Olga «è stato indescrivibile poterli riabbracciare il 28 febbraio, quando sono arrivati: essendo figlia unica, averli qui con me al sicuro è stata un’importante rassicurazione». Passare, però, da quattro a nove in una casa non troppo grande è stato sicuramente complicato.

Ed è proprio in questa situazione che, con tanta delicatezza e un cuore davvero grande, ha fatto – e sta facendo – la sua parte Annalisa Paganoni, amica di Olga da diversi anni: i rispettivi figli, oltre ad essere compagni di classe, sono anche molto amici, per cui «mi è venuto davvero spontaneo – spiega Annalisa – chiedermi cosa potessi fare per lei e per la sua famiglia».

«Grazie a Mariapia Pasini»

Così, in davvero poco tempo, è nata «una bellissima rete di solidarietà tra amiche e mamme: la scuola, è proprio il caso di dirlo, ci ha unite. C’è chi ci ha contribuito per la cancelleria, chi per i vestiti, chi per altre esigenze». Ora, infatti, Mariana e Vlad – anche tramite l’appoggio della Caritas locale – vivono insieme in un appartamento, mentre i genitori di Olga sono stati accolti in un miniappartamento di Casa Fabrizio, l’alloggio messo a disposizione da Univale agli ammalati di cancro e ai loro familiari.

«Mia mamma – prosegue Olga – è malata di tumore e già lo scorso mercoledì ha iniziato qui a Sondrio il ciclo di chemioterapia. Avere una casa a così poca distanza dall’ospedale è per lei veramente una fortuna. Devo ringraziare di cuore l’associazione, tramite la presidente Mariapia Pasini, per la grande disponibilità».

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