Nel nuovo panificio di Mario e Sara
si sfornano sorrisi

Storia profumata Hanno rilevato l’attività in via Fiume e fatto grossi investimenti nel negozio e in laboratorio. «Ho voluto mettermi in gioco con la mia compagna»

Nel momento in cui in città tanti esercizi commerciali chiudono le serrande, stremate da forzosi balzelli erariali o dalla stangata energetica espressione di una congiuntura figlia del lungo periodo pandemico, c’è chi controcorrente si rimbocca le maniche e rilancia.

È il caso del panificio “La Bottega del Dolce” dell’arrembante Mario Bruno, infarinato di bianco con la sua canotta rossa incipriata, calzoncini corti su ciabatte di un definibile candore e gli occhi lucidi di sonno arretrato, ma che brillano di un entusiasmo incontenibile.

È lui il patron di un “atelier del pane” che profuma irresistibilmente più dell’incenso la notte di Natale.

Nel negozio sorridenti commesse indaffarate al bancone sono leste a dispensare sorrisi, michette e segale, o panettoni d’artista appena sfornati, a una fitta clientela. «Ho questa passione del pane da sempre - racconta Bruno - e io ho voluto mettermi in gioco, rilevando l’azienda con la mia compagna Sara, investendo in maniera importante nella ristrutturazione del negozio e rinnovando il laboratorio con l’acquisto di due nuovi forni a basso consumo e una innovativa cella di lievitazione che, dal prossimo anno, aprirà una nuova era del pane impastato solo con “lievito madre” per farine sempre più “rustiche”».

Il profumo

Ma dalla “Bottega del Dolce” di via Fiume sin dal fondo della notte si diffonde anche un profumo incredibile di alta pasticceria. Variegata l’offerta natalizia di panettoni artigianali classici con uvetta e canditi, o mandorlati d’eccezione accanto al top della golosità con la farcitura al cioccolato e pistacchio. Né mancano le “bisciole” certificate accanto a una linea insuperabile di biscotti d’ogni foggia. Un panificio artigianale che vive il clima familiare e collaborativo di tutti i dipendenti per una clientela sempre più affezionata.

Certo, l’incombenza burocratica è dietro l’angolo, ma l’esperta Sara Micheletti sa come districarsi, prendendo le redini della contabilità amministrativa. Passione, intraprendenza, voglia di fare per il giovane Mario Bruno, sempre con il sorriso sulle labbra, dimentico di un mondo capovolto che gli permette di dormire - poco - al mattino, e un po’ al pomeriggio, iniziando il suo avvincente viaggio nel bianco allo scoccare della mezzanotte per la prima preparazione degli impasti, la lievitazione e, infine, alle 2,30 la prima “cotta” di pane al cui profumo non si resiste.

I nottambuli

Per non parlare di brioche e cornetti richiesti da sparuti nottambuli che bussano al laboratorio per una voglia improvvisa di dolce. Eppure Mario e Sara vivono con grande dedizione la cura dei figli. E chissà che un domani ci sia il passaggio del testimone, una mancanza, questa, causa principale degli abbandoni di alcuni esercizi commerciali in città.

Un’unica cosa manca dall’arrivo del Covid: la presenza di piccoli “allievi panificatori”, i bambini delle elementari che affollavano il laboratorio con gli occhi lucidi e le mani frenetiche che lavoravano il loro piccolo impasto da cuocere.

Una gioia infinita, mani e viso più bianchi della neve, e tanto di bustina in testa, pronti a diventare provetti panificatori, portandosi nel cuore la testimonianza di un’antica arte che non può morire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA