Muore a 24 anni arrampicando sul ghiaccio

Infortunio Matteo Gadaldi, di Ponte in Valtellina caduto per dieci metri sulla cascata della Madonnina a Edolo. Con lui c’era l’amico Francesco Bricalli di Caspoggio, infermiere, che ha tentato inutilmente di rianimarlo

Il mondo dell’alpinismo provinciale è in lutto per la prematura scomparsa di un’autentica promessa , a soli 24 anni.

Lui, lo sfortunato, è Matteo Gadaldi, residente a Ponte in Valtellina dove si era trasferito con la propria famiglia d’origine nel 2017, proveniente da Teglio. Qui si era stabilito, aveva intrapreso la professione di boscaiolo, poi, per il resto era un su e giù dalle montagne. Scialpinismo e arrampicata su ghiaccio, le sue passioni, che, purtroppo, però, gli sono costate la vita.

Sull’Adamello

Fatale, l’ascesa, ieri mattina, della cascata di ghiaccio della “Madonnina”, una via molto impegnativa, situata ai 2.200 metri di quota ad Edolo, in Valcamonica - sopra il lago D’avio, sul fronte verso il massiccio dell’Adamello - che, Matteo aveva intrapreso con l’amico Francesco Bricalli, di Caspoggio, abituale compagno di cordata.

Francesco, alle 10.24 di ieri si è trovato nella necessità di dover chiamare aiuto. Atterrito, per aver dovuto assistere, impotente, all’incidente in cui era incorso l’amico. Bricalli ha avuto subito la prontezza, non solo di chiamare il 118 dando le coordinate esatte di dove si trovasse, ma anche di scendere fino al punto in cui era caduto Matteo, per provare a praticargli la rianimazione cardiopolmonare con metodo, per così dire, tradizionale.

Cosa di cui lui è del tutto capace, in quanto di professione fa l’ infermiere. Ma la situazione era purtroppo compromessa, perché l’amico, nonostante i tentativi tempestivi e competenti, non si è più ripreso.

Troppo forte l’urto riportato contro la parete, sulla quale ha battuto con la testa e con la schiena in seguito al venir meno della presa sul ghiaccio. Non è ancora dato sapere con certezza se la causa della tragedia - come è probabile - sia stata la rottura di un pezzo di ghiaccio, un cedimento che lo avrebbe sbilanciato e traumatizzato, per cui Matteo è caduto nel vuoto per quasi dieci metri e nulla ha potuto il compagno per trattenerlo.

Il soccorritore

«La dinamica dell’accaduto è al vaglio dei militari del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, intervenuti nel luogo dell’incidente insieme ai tecnici del Corpo nazionale del soccorso alpino della stazione di Edolo - dice Pierangelo Mazzucchelli, delegato provinciale del Soccorso alpino Cnas di Brescia - ma all’origine dell’incidente potrebbe esserci il distacco di un pezzo di ghiaccio avvenuto quando l’alpinista era all’altezza del secondo tiro della cascata della Madonnina, una parete molto impegnativa. Va detto che i due giovani l’hanno affrontata in modo consono, perché,ai miei uomini sono apparsi molto ben equipaggiati, dotati di tutto il bagaglio tecnico necessario ad affrontare l’impresa. Diciamo che non sembravano affatto degli sprovveduti, anzi».

Il recupero

Un intervento di recupero non semplice, quello avvenuto ieri mattina sopra il lago D’Avio, l’invaso Enel che serve la centrale di Edolo «perché addentrarsi in quella valle in elicottero è sempre pericoloso - osserva Mazzucchelli - per via della presenza di numerosi cavi elettrici sospesi. É un passaggio delicato, comunque Elibergamo ed Elitrento hanno portato i soccorritori nei pressi della Madonnina, anche se purtroppo per il giovane alpinista non c’è stato nulla da fare. Constatato il decesso, è stato elitrasportato all’ospedale di Edolo, mentre i soccorritori e il compagno di cordata sono stati riportati in paese in elicottero».

Ricomposta nell’obitorio dell’ospedale camuno, la salma di Matteo Gadaldi è stata sottoposta a ricognizione, quindi riconosciuta da mamma Sabrina Sottile e dalla zia Stefania e subito dopo riconsegnata ai famigliari per le esequie.

Ieri sera alle 19 Matteo era già a Sondrio, nei locali delle onoranze funebri Sof, che provvederanno ad organizzare la fase del commiato.

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