Morto in montagna. Oggi a Ponte
l’addio a Matteo

La tragedia Il funerale del ragazzo nella parrocchiale. Dai familiari il ringraziamento al Soccorso alpino «per l’umanità e il servizio fatto con tanta delicatezza»

Era la spensieratezza fatta persona. Un concentrato di energia incontenibile. Forte, temprato, coraggioso, aderiva alla roccia con tutto il corpo, come un lichene. Di quelli che stuzzichi e freghi, ma non vengono via. Perché sono una cosa sola con la parete rocciosa.

Questo era Matteo Gadaldi, 24 anni, a Ponte dal 2017, ma proveniente da Teglio, e ne era più che fiero. Voleva diventare guida alpina, e ci sarebbe riuscito, perché le selezioni per aspirante le aveva passate brillantemente, pochi giorni fa, inorgogliendo anche la commissione giudicante, invece, il destino è stato un altro.

Mercoledì alle 10.24 l’amico Francesco Bricalli, di Caspoggio, che era con lui alla “Madonnina”, cascata di ghiaccio fra le più impegnative delle Alpi Centrali, in Valcamonica, sopra Edolo, ha dovuto dare l’allarme e, quando i soccorritori sono giunti sul posto per Matteo non c’era più nulla da fare. La salma, sottoposta a ricognizione cadaverica all’obitorio dell’ospedale di Edolo, è stata “liberata” subito dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, senza che venisse disposta alcuna autopsia. Non è stato ritenuto necessario, in quanto la morte per incidente è fuori di dubbio. E Matteo, riconosciuto da mamma Sabrina Sottile e dalla zia Stefania, ha ripreso il suo viaggio di ritorno in Valtellina, per essere ricomposto dal personale delle onoranze funebri Sof, di Sondrio, nella chiesetta di San Filippo Neri, in piazza Luini a Ponte.

Da ieri mattina

È lì che da ieri mattina la salma riposa, ed è lì che si sono recati i parenti, gli amici, i compagni di cordata, gli alpinisti che lo hanno cresciuto e conosciuto, i suoi datori di lavoro, i compagni di studio dell’Agrario Piazzi di Sondrio, in cui si era formato.

A vegliare il corpo mamma Sabrina, papà Gianni, odontoiatra in paese, le sorelle Simona e Sofia, le nonne, gli zii, i cugini e tutti i parenti che oggi, alle 14.30, si riuniranno in chiesa, nella parrocchiale San Maurizio a Ponte in Valtellina, per i funerali, mentre il Santo Rosario è stato recitato ieri sera.

Dai familiari è giunto anche il ringraziamento al personale del Soccorso alpino di Edolo (Corpo nazionale del soccorso alpino e soccorso alpino della Guardia di finanza) intervenuto sul luogo del sinistro, «per l’umanità e il servizio fatto con tanta delicatezza», hanno scritto sull’annuncio funebre.

L’intervento sul posto

Tecnici che hanno effettuato, infatti, un recupero impegnativo. In primis perché raggiungere in elicottero l’area soprastante il lago D’Avio, bacino idroelettrico Enel che serve la centrale di Edolo, a quota 2.200 metri, non è stata cosa facile per i due elicotteri mobilitati, quello di Bergamo e quello di Trento, stante la presenza di numerosi cavi sospesi; inoltre i tecnici hanno dovuto effettuare un tratto a piedi per arrivare sul target, quindi si è trattato di ridiscendere il luogo del sinistro con la salma.

Perché, purtroppo, nonostante il dispiegamento di uomini e mezzi, per Matteo non c’è stato nulla da fare. Neppure l’amico che era con lui, e che gli ha praticato, subito, la rianimazione cardiopolmonare, è riuscito a riprenderlo. Il giovane è morto sul colpo in seguito ai traumi riportanti battendo capo e schiena sulla parete ghiacciata dopo aver perso aderenza alla medesima ed essere caduto per dieci metri.

All’origine del sinistro il probabile distacco di un pezzo di ghiaccio.

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