Morto a 95 anni Tony Martucci
Addio al papà della Stratriangia

Lutto Delegazione oggi a Milano per i funerali dell’autore dell’inno locale Aveva anche vinto lo Zecchino d’oro nel 1971 con il Caffè della Peppina

Una delegazione di triangini domani a Milano per il funerale e una messa in suffragio domenica 10 luglio nella “chiesa in salita”, come recita l’inno della frazione che lui stesso compose.

Messa a suffragio

Scomparso martedì all’età di 95 anni, Triangia saluta così Tony Martucci, imitatore, presentatore e paroliere, ma soprattutto “papà” della Stratriangia, la grande festa popolare che inventò, curò e presentò rallegrando le estati della frazione sondriese dal 1975 al 2002.

Nato a Napoli, trasferitosi a Milano, Martucci arrivò a Triangia negli anni Settanta alla ricerca di un posto tranquillo dove trascorrere l’estate, le estati, insieme alla moglie Delfina. Quella Delfina che solo per una questione di metrica divenne “Peppina” nella famosissima canzone il Caffè della Peppina che Martucci scrisse per lo Zecchino d’oro come inno al caffè della sua Napoli.

A Triangia, o meglio in località Triangina, Martucci comprò casa. «La frequentava almeno un mese all’anno, prevalentemente in agosto» ricorda Pierluigi Morelli che da ragazzino seguiva Martucci e che, se la Stratriangia non avesse esaurito la sua energia propulsiva, ne avrebbe certamente raccolto l’eredità.

Nonostante la notorietà - tra le altre cose nel 1977 aveva presentato un Festival di Sanremo -, Martucci girava per Triangia come uno qualunque dei suoi abitanti. «Gli piacevano il posto e la gente - racconta chi l’ha conosciuto -. Quando c’era veniva a messa tutte le domeniche (il prevosto era don Felice Morelli), andava al negozio e si fermava a chiacchierare con la gente fuori dal bar. Era sempre sorridente e disponibile». Non si comportava da personaggio, ma da persona. Una persona che amava stare in compagnia, che amava il canto, la musica, l’arte e i giochi.

A Triangia, una piccola comunità più che rurale all’epoca, portò moltissime di novità. Le prime edizioni della Stratriangia erano per lo più giochi che ideava e proponeva nell’area dove adesso c’è il campo sportivo. I giochi diventarono serate e le serate diventarono quattro giorni di festa in cui le specialità culinarie si alternavano allo sport, all’arte e alla musica. Amava moltissimi i bambini e per loro scrisse tante canzoni che andarono allo Zecchino d’oro.

Ricordo indelebile

All’inizio degli anni 2000 per ragioni legate alla salute della moglie Delfina decise di vendere la casa di Triangia. Da allora le sue comparse nella frazione si fecero via via più rade, ma il suo ricordo è rimasto indelebile nella comunità.

«Il piglio, l’allegria, la professionalità e la gratuità con cui ha saputo promuovere il nostro paese fino a rendere la nostra festa ferragostana una delle principali attrazioni estive di tutta la provincia non potremo mai dimenticarli - il ricordo che gli tributano da Triangia -. Un galantuomo d’altri tempi, legato ai valori tradizionali e infaticabile sorgente di numerose idee originali. Si è sempre speso con gratuità e per consolidare lo spirito di unione e di socialità. E’ stato il nostro asso nella manica, il nostro orgoglio, il nostro divertimento. Grazie, Tony Martucci».

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