Morti due alpinisti
ai piedi del Badile

Vittime bergamasche Partiti per un’ascensione dalla Svizzera, avrebbero dovuto arrivare al rifugio Gianetti

Due alpinisti bergamaschi hanno perso domenica durante un’ascensione al Pizzo Badile. I corpi di Giovanni Allevi, 48enne di Villa di Serio, e di Matteo Cornago, 25 anni di Sorisole, sono stati individuati e recuperati ieri mattina sul versante svizzero dopo oltre una giornata di ricerche, anche sul territorio valtellinese.

La partenza sabato sera

I due amici erano partiti sabato dalla capanna Sasc Furä, in Svizzera, dove erano arrivati venerdì sera e avevano trascorso la notte. L’itinerario scelto è quello classico: avrebbero raggiunto la parete Nord-Est del Pizzo Badile, in direzione della via Cassin, con l’intenzione di arrivare al rifugio Gianetti, in Valmasino, dove però, purtroppo, non sono mai giunti.

I familiari di Allevi e Cornago, non avendo più loro notizie e dopo aver saputo che non avevano raggiunto il rifugio Gianetti, si sono recati dai carabinieri del comando provinciale di Bergamo per presentare denuncia di scomparsa. E dopo la segnalazione del mancato rientro, lunedì mattina sono partite le ricerche, sia sul versante italiano, sia su quello elvetico; impegnati i tecnici della VII Delegazione Valtellina-Valchiavenna del Soccorso alpino, Stazione di Valmasino, il Sagf - Soccorso alpino Guardia di finanza, l’elisoccorso di Areu - Agenzia regionale emergenza urgenza di Caiolo, in collaborazione con la polizia cantonale elvetica e la Rega - Guardia aerea svizzera di soccorso.

Durante la ricognizione ieri mattina un drone impiegato nelle ricerche ha individuato alcune tracce del passaggio dei due alpinisti, in particolare alcuni effetti personali, sul versante svizzero, nei pressi di un crepaccio ai piedi della parete. A quel punto si è riusciti ad individuare anche i corpi senza vita di Allevi e Cornago. I due alpinisti hanno fatto un volo di circa 400 metri e sono stati probabilmente colpiti da una scarica di sassi. Il recupero delle salme dei due alpinisti è stato effettuato dalla Rega, la Guardia aerea svizzera di soccorso.

Allevi viveva a Villa di Serio, in provincia di Bergamo, lui e la moglie, Eleonora Rota, sono molto conosciuti perché entrambi veterinari, lavorano all’ospedale veterinario Città di Bergamo. Lascia due figli, un bambino di 10 anni e una ragazzina di 12.

Cornago viveva invece con i genitori a Sorisole, studiava ingegneria meccanica all’Università di Dalmine ed era un volontario apprezzato all’oratorio di Petosino.

Tanti i messaggi di cordoglio sulla pagina Facebook di Giovanni Allevi. «Ciao Giovanni - ha scritto un collega, Angelo -. Abbiamo condiviso gli studi all’università, gli stessi obbiettivi e passioni. Siamo cresciuti insieme diventando grandi amici e collaboratori. Settimana scorsa, mentre operavamo, scherzavamo come sempre sulla tua passione per l’alpinismo. Ti dicevo che ormai eri vecchio e che lo sport fa male. Abbiamo riso come sempre, tu rimanendo nella tua compostezza, nella tua estrema professionalità. Mi mancherai amico mio, mancherai a tutti».

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