«Misure innovative e confronto»
Il “metodo” Guidesi per le imprese

Ente camerale L’assessore regionale: «Progettazioni che vadano oltre la singola categoria»

Misure innovative, dall’effetto moltiplicatore in quanto a benefici diretti e indiretti, frutto di una programmazione almeno triennale fondata sul confronto con gli attori protagonisti.

È uno sguardo ampio sul mondo economico lombardo, declinato in chiave provinciale «perché ciascun territorio ha peculiarità diverse e in molti casi potenzialità inespresse» quello dell’assessorato regionale allo Sviluppo economico che prova ad individuare gli strumenti migliori per intervenire nei singoli settori nel modo più efficace possibile al di là e al di sopra della crisi che tra costi energetici, prezzi delle materie prime, inflazione e speculazioni varie muta in continuazione gli scenari. Ma su cui, da sola, la Regione Lombardia poco può.

Ha toccato anche la Valtellina il percorso a tappe che l’assessore alla partita Guido Guidesi sta compiendo in Lombardia per conoscere le singole realtà e le loro istanze, ma anche per far conoscere ciò che la Regione ha già messo in campo e ciò che farà in una programmazione pensata fino a dicembre 2024. Un incontro-confronto promosso dall’assessorato regionale allo Sviluppo economico in collaborazione con il quotidiano “La Provincia di Sondrio” e ospitato nella sala Martinelli della Camera di commercio.

Gli ospiti

Nel corso del forum, coordinato da Luca Begalli, responsabile dell’edizione sondriese del quotidiano, e con Loretta Credaro, presidente dell’ente camerale, a fare da anfitrione, Guidesi ha avuto l’opportunità di dialogare con i rappresentanti del territorio: Emilio Mottolini, Giulio Sirtori e Mario Moro, rispettivamente vicepresidente, direttore generale e consigliere di Confindustria Sondrio e Lecco, Gionni Gritti, presidente di Confartigianato Sondrio, Matteo Lorenzo De Campo, vice presidente di Confcommercio e presidente degli Autotrasportatori di Sondrio - Fai, Gabriele Marinoni, Vittorio Ciarrocchi e Massimo Bonesi, presidente, vice presidente e direttore di Confcooperative dell’Adda, Piero Dell’Oca dell’Api Sondrio e Lecco, Enzo Ceciliani direttore di Confcommercio e Marco Bonat, direttore della Camera di commercio.

Tanti i temi sul tavolo - dagli impianti di risalita, al turismo, passando per l’edilizia, ma anche la formazione e il commercio - inquadrati in una cornice che alle preoccupazioni per gli aumenti e l’instabilità aggiunge i dati del secondo trimestre di quest’anno elaborati dall’Ufficio studi della Camera di commercio di Sondrio, che mostrano ancora una fase positiva, seppure gli effetti negativi del mutato quadro globale stiano influenzando lentamente, ma progressivamente, anche le imprese della provincia.

«L’anno scorso il 94% delle risorse a disposizione della Regione sono state messe a terra a favore del sistema economico - ha ricordato Guidesi - attraverso i diversi strumenti sviluppati tenendo conto sia dei settori che delle dimensioni delle imprese, che anche delle differenti tematiche. Abbiamo ottenuto questo risultato grazie alla concertazione continua con le associazioni di categoria a livello regionale. Un confronto positivamente migliorato attraverso le visite in azienda».

Cambio di prospettiva

La valutazione dell’efficacia degli strumenti è cambiata: non più tasso di adesione, ma capacità moltiplicatoria e natura innovativa, come nel caso della patrimonializzazione della piccola e media impresa che rappresenta il 98% del tessuto lombardo, piuttosto che degli accordi di sviluppo territoriali che finanziano le progettualità degli enti locali per migliorare il patrimonio pubblico. «Investimenti che abbiamo voluto avessero come obiettivo il miglioramento della competitività del territorio nel suo complesso - ha sottolineato Guidesi -. L’aiuto alle aziende nel rapporto tra pubblico e privato è pensato nella direzione del lavoro: le aziende sono le uniche che generano occupazione. E noi dobbiamo riaffermarlo».

Creare connessioni

Il tutto con un occhio verso l’Europa «perché quello è il nostro modello di riferimento» e dunque ampio spazio alla digitalizzazione e alla condivisione dei saperi, alla connessione dei know how in un sistema ampio che contempla anche centri di ricerca e università.

«Pensiamo che il cambiamento vero sia pensare a misure e a progettazioni che vadano oltre la singola categoria - spiega Guidesi - che strategicamente abbraccino più settori, ma per far questo dobbiamo far circolare le informazioni, creare connessioni. Il lavoro sulle filiere diventa da questo punto di vista fondamentale. Consci però - ammonisce l’assessore - che da soli non possiamo risolvere i problemi. Il tema dei temi è l’intervento europeo, non solo in via emergenziale rispetto alla pandemia energetica. L’Europa deve decidere se il principio solidaristico su cui si basa ha ancora un senso oppure no. Perché nel mercato europeo tutti gli attori devono poter partire dalle stesse condizioni».

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