Minacciò armato i carabinieri
Il frontaliere è ai domiciliari

L’uomo si è scusato dicendo che non voleva fare del male a nessuno «Avevo bevuto troppo». La Procura non gli ha contestato il tentato omicidio

Sono stati concessi gli arresti domiciliari al frontaliere di Piateda di 48 anni che giovedì sera era entrato armato nella caserma dei carabinieri di Ponte in Valtellina e aveva minacciato prima il piantone, puntandogli contro l’arma, e poi gli altri militari prima di essere disarmato.

La sua versione dei fatti

Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, l’uomo si è scusato per il suo gesto, dovuto a suo dire agli effetti dei fumi dell’alcol (gli esami del sangue, quella sera, infatti,avevano evidenziato un tasso alcolemico superiore al 2,30 grammi per litro) e per l’essersi sentito “un po’ trattato male” quando qualche ore prima gli era stata ritirata la patente durante un controllo.

La Procura non gli ha contestato il reato di tentato omicidio (quello più grave per il quale era stato arrestato giovedì sera dai carabinieri) e sono comunque ancora in corso gli accertamenti per capire la provenienza della pistola e delle munizioni di cui è stato trovato in possesso.

«Il giudice - è il commento dell’avvocato Francesco Romualdi che lo assiste - ha capito quali erano le reali intenzioni del mio cliente, che non era andato dai carabinieri per fare del male a qualcuno e siamo contenti che gli siano stati concessi gli arresti domiciliari».

Il frontaliere era stato fermato alla guida di un’auto giovedì pomeriggio, poco dopo le 15,30 a Piateda, e trovato al volante con qualche bicchiere di troppo (il tasso alcolemico era di 1,8 grammi per litro). Per questo motivo gli era stata ritirata la patente e allo stesso tempo anche sequestrata l’arma sulla quale viaggiava. Poi in serata era andato armato dai carabinieri.con una pistola calibro 22.

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