Malore fatale, muore filmando il trofeo Vanoni

Morbegno Dramma ieri mattina per un volontario del Csi durante la corsa che si svolge per le vie della città

Erano le 9.45 di ieri, quando, nei pressi del Tempietto degli alpini la situazione è precipitata. Qui Giuliano Mazzoni, 67 anni, di Morbegno, era solito posizionarsi per riprendere il passaggio dei corridori del mitico Trofeo Vanoni, edizione numero 65,.

Videomaker per passione, e per altrettanta passione, contiguo da anni al Gruppo sportivo dilettantistico Csi Morbegno, organizzatore dell’evento, Giuliano si è accasciato al suolo, colpito da un malore improvviso. Era da solo in postazione, ma nei pressi c’erano parecchie persone che assistito alla scena ed hanno subito allertato i soccorsi.

Sul posto l’auto medica e l’ambulanza di Areu e da Caiolo, si è alzato in volo anche l’elisoccorso, ma le condizioni dello sfortunato videomaker sono apparse subito critiche. Era in arresto cardiaco e, nonostante sia stato fatto l’impossibile per rianimarlo, tale è rimasto fino all’arrivo in ospedale, a Sondrio, dove è stato trasferito in elicottero.

Una gravità della situazione che si è subito percepita anche sul campo di gara, perché, sapere Giuliano in quelle condizioni, è stato terribile per tutto lo staff del Csi Morbegno. Per il suo presidente, Giovanni Ruffoni, per la vicepresidente, Cristina Speziale e, su tutti, per Marco Leoni, atleta di punta del Csi Morbegno, e nipote diretto dello sfortunato videomaker.

«Per noi è stato un colpo terribile - assicura Speziale -, tant’è che, durante le operazioni di soccorso, abbiamo sospeso le gare per circa 30 minuti e, non appena ci è stata comunicata la sua morte, abbiamo deciso di effettuare un minuto di silenzio prima della partenza della gara maschile, cui ha partecipato anche il nipote, Marco Leoni».

Che ha corso per lo zio, e che, come sempre, nonostante il lutto che lo ha colpito al cuore, ha saputo dare il meglio.

«Marco ha fatto una bella gara, il migliore del Csi - continua Speziale -, anche se l’ha corsa con uno spirito diverso. Concentrato, ma col pensiero alla scomparsa dello zio che, sempre, lo voleva seguire e riprendere in gara. Perché voglio sottolineare che Giuliano non mancava mai a nessuna delle nostre iniziative. Sempre a filmarne ogni momento per girare, poi le immagini anche alle emittenti televisive locali. Era un appassionato di atletica e di montagna, una garanzia, per noi, una persona di grande disponibilità».

Il ricordo

E infinita gentilezza, perché, Giuliano, 67 anni, originario di Talamona, dove era cresciuto con mamma Franca Duca, papà Gino, e due sorelle, ma residente a Morbegno, dove si era sposato con Lucia ed aveva avuto due figlie, Stefania e Francesca, ed era nonno di tre nipoti, era una di quelle persone che non passano inosservate. Ma non perché si mostrino, ma per il suo contrario. Per esserci senza smanie di protagonismo. Per il garbo, la gentilezza, il tatto. Per il riguardo di gesti semplici. Per l’amicizia. Per l’affidabilità. Mancherà, certamente, Giuliano, ai suoi cari, al Csi, e a quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo. Per anni, aveva lavorato come operaio alla Siderval e ora si godeva la meritata pensione. A ricordarlo e a unirsi al lutto dei famigliari, tanto più terribile, perché improvviso, anche Alberto Gavazzi, sindaco di Morbegno. «A nome mio personale, dell’amministrazione comunale e della città di Morbegno - ha postato sul proprio profilo Facebook - mi stringo attorno al Csi Morbegno per la tragica scomparsa di Giuliano Mazzoni ed estendo le condoglianze a famigliari ed amici».

La salma, ricomposta in obitorio a Sondrio, dovrebbe giungere in città questa mattina. Domani alle 10 i funerali al Santuario della Beata Vergine.

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