
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 11 Maggio 2023
«Lupi? No grazie». Raccolta di firme
per controllarli
Stelvio La petizione sarà inviata in Regione: «Troppi casi, servono regole per la nostra tutela»
Nuovi avvistamenti e qualche predazione, in Alta Valle, per il lupo, protagonista di una campagna di informazione da parte del parco nazionale dello Stelvio ma anche di una raccolta firme per chiedere una serie di misure atte al controllo dell’animale ed al suo allontanamento dalle zone popolate.
I casi
La rubrica, promossa dall’area protetta in questi ultimi mesi, è nata con lo scopo di tenere informati i cittadini sulla presenza di individui o branchi di lupo nel territorio del parco nazionale dello Stelvio, settore lombardo.
Per quanto riguarda il mese di aprile, dando uno sguardo alle segnalazioni verificate dagli operatori del Parco, si tratta di individui più volte avvistati nella zona di Cancano, di due individui avvistati tra Val Grande e Val Canè ma anche del rinvenimento di due predazioni su cervo nei boschi del comune di Bormio oltre ad una predazione, sempre su cervo, in Val Zebrù. Nei primi mesi dell’anno, invece, si era parlato di due lupi avvistati tramite fototrappola a Valdisotto, località Tirindré, nel mese di febbraio, due lupi avvistati tramite fototrappola a Valdidentro, zona laghi di Cancano, il 31 marzo ed un lupo avvistato tramite fototrappola a Bormio, zona Cresta del Reit, l’1 aprile scorso. E se il parco evidenzia ancora una volta che più segnalazioni nella stessa area potrebbero corrispondere agli stessi individui e che le segnalazioni non si traducono necessariamente come una presenza stabile di questi individui sul territorio, anche in Alta Valle, domenica, sarà la giornata dedicata alla raccolta firme.
Al motto di “Lupi in casa? No grazie”, il comitato no lupi dell’Alta Valle, formalmente costituito e con a capo Roberto Compagnoni, raccoglierà firme da inviare in regione Lombardia sotto forma di petizione popolare per “chiedere regole e interventi finalizzati a tenere lontani i lupi dalle abitazioni e dalle stalle e controllare i lupi con comportamenti potenzialmente pericolosi”. Dopo la raccolta avvenuta a Chiavenna, domenica il comitato Alta Valtellina, sorto con tutti i crismi del caso “a tutela di persone e animali dai lupi”, sarà impegnato nella raccolta firme, dalle 9 alle 19 rispettivamente in Valfurva, per l’esattezza con una postazione davanti al comune, nella piazza del Kuerc di Bormio ed anche nel piazzale del supermercato “Le Corti”.
Monitorati
«Innanzitutto vorremmo specificare – ha sottolineato Compagnoni – che la raccolta firme è aperta a tutti, ai residenti, ai turisti, ai proprietari di seconde case. Il problema, anche qui da noi – ha rimarcato l’allevatore di Valdisotto – sta diventando abbastanza serio e la gente inizia ad avere paura». Quale la richiesta alla regione? Quella di adottare le medesime regole, chiaramente calibrate a seconda della specie, messe in atto anche per l’orso. Da ricordare che allo stato attuale delle conoscenze l’unica unità territoriale stabile (branco) di lupi è presente nei territori del parco nazionale - settore lombardo solo in Alta Val Camonica. Tale branco, chiamato “Branco del Tonale”, formatosi nel 2019, è continuamente monitorato dai ricercatori del Parco e, attualmente, conta sei individui.
Potrebbe essere lui, M88, l’orso che già era stato avvistato, nell’agosto dello scorso anno, ai 1800 metri sopra Albosaggia, l’autore della predazione ai danni di un apiario avvenuta a Caiolo, in zona Del Dosso, ad una quota più bassa rispetto a quella del primo avvistamento.
Siamo, infatti, in valle del Livrio, a 700 metri, dove, evidentemente, M88, è sceso in cerca di cibo essendo scesa la neve alle quote più alte. Non si era mai reso autore, di predazioni, in passato, M88, ma, stavolta, il giovane orso, due anni d’età, ha trovato interessante l’apiario lì collocato, area subito delimitata con apposito recinto e dove, tra l’altro, il plantigrado non è nemmeno più tornato.
«Abbiamo subito consegnato all’apicoltore il recinto elettrificato, in modo da proteggere l’apiario e ne abbiamo consegnato uno anche ad un altro apicoltore della zona, in collaborazione con Apas, l’Associazione dei produttori apistici della nostra provincia - assicura Maria Ferloni, tecnico faunistico della provincia di Sondrio -. Ovviamente non c’è la certezza assoluta che si tratti di M88, però, considerato che è stato avvistato in zona lo scorso anno, è plausibile che sia andato in letargo su quel versante delle Orobie e che, adesso, si sia risvegliato. Ovviamente non è un orso confidente, per cui pericoli per l’uomo non ve ne sono, salvo osservare quei comportamenti di cui abbiamo più volte riferito. Cioè non lasciare cibo fuori dalle case, tenere i cani al guinzaglio, farsi sentire quando ci si trova nel bosco, ed allontanarsi dal selvatico, se avvistato».
Come per il lupo, anche per l’orso, il recinto elettrificato costituisce un valido deterrente, perché nel momento in cui prende la scossa, che è forte, perché parliamo di 3000 volt, non si avvicina più. Chiaramente proteggere un apiario è un po’ più semplice, perché si tratta di circondare arnie immobili, mentre, gli animali custoditi nel recinto, se si agitano per lo spavento prodotto da orsi o lupi, possono divenirne comunque prede.
Avere un custode quale un pastore, sicuramente, sarebbe l’opzione migliore e, a questa, sempre più, per il futuro, si punta, anche a tutela di greggi piccole di allevatori associati.
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