Loredana Vanoi, un ricordo toccante. Una targa la ricorda dieci anni dopo

Cerimonia Nella scuola Credaro una targa in memoria dell’insegnante uccisa dal compagno dieci anni. Il fratello Sandro: «Un segnale che aiuta a far riflettere. Ma le pene per il femminicidio sono troppo basse»

Una targa all’interno del cortile, ma presto anche all’esterno, lungo via Bosatta «in memoria dell’insegnante Loredana Vanoi» perché chiunque vedendola si ponga domande e facendolo s’impegni perché violenze come quelle che le hanno strappato la vita a qualche centinaio di metri da lì, in viale Milano, in un giorno di agosto del 2012, dieci anni fa, non debbano più ripetersi.

E’ stato un momento denso di emozione e commozione, in cui i ricordi mai sbiaditi dal tempo sono tornati prepotentemente alla memoria, quello di ieri nel cortile della scuola Bruno Credaro di Sondrio nel quartiere in cui Loredana Vanoi è nata, cresciuta e ha dispiegato il suo impegno e la sua passione a favore dei ragazzi e di tutta la comunità. E in cui è morta per mano del suo compagno.

Una giornata importante, frutto della determinazione dell’intero consiglio comunale sondriese, della giunta rappresentata dall’assessore all’Istruzione Marcella Fratta, dall’assessore alle Pari opportunità Barbara Dell’Erba e dall’assessore ai Lavori pubblici Andrea Massera, oltre che dal sindaco Marco Scaramellini, e della caparbietà della consigliera Silvana Cattaneo, per anni collega di Loredana Vanoi. Tutti presenti per ricordare la maestra e la donna, determinata, forte e appassionata.

«Questo cielo azzurro ci aiuta a ricordare la maestra Vanoi che qui ha insegnato e qui vicino vissuto - ha detto Scaramellini -. Abbiamo pensato che questo fosse il luogo giusto per farlo». «Teniamo molto che ci sia questo ricordo di una cittadina come Loredana molto impegnata nella scuola e a livello amministrativo - ha aggiunto Fratta -. Fare memoria vuol dire anche aiutarci a condividere percorsi, impegno e soprattutto a vivere serenamente questi spazi di gioco, divertimento e scoperta come lei avrebbe voluto».

«Provo molta emozione nel ricordare Loredana con la quale ho lavorato diversi anni in questa scuola e con la quale sono cresciuta nel quartiere - ha sottolineato Cattaneo - e la voglio ricordare con una festa piena di serenità, con i sorrisi dei bambini e con i loro canti».

Ma più di tutte le parole e degli applausi sono stati i volti tirati della mamma Cesarina, frastornata da ricordi e dolore, della figlia Federica che ha voluto esprimere solo la gratitudine al Comune, alla consigliera Cattaneo e alla scuola e la voce rigata dalla commozione, ma non per questo meno convinta del fratello Sandro davanti alla targa in memoria di Loredana ad esprimere più di ogni altra il sentimento verso un fenomeno, quello dei femminicidi che al 23 ottobre conta 45 vittime in Italia dall’inizio dell’anno, cui è necessario porre un freno.

«E’ un momento molto toccante perché tornano alla mente i brutti ricordi - dice Sandro Vanoi visibilmente emozionato -, ma voglio dire grazie al Comune e alla scuola, soprattutto alla scuola perché sono convinto che il suo ruolo sia fondamentale. Se non risolviamo da un punto di vista culturale questo problema, infatti, non potremo farlo mai. Il ricordo può servire a far scattare nelle persone la capacità di pensare e agire perché queste cose non si ripetano più. La targa è importante proprio sotto questo punto di vista: aiuta a far riflettere. E visti i numeri direi che ce n’è davvero bisogno».

E poi c’è la questione giudiziaria. Vanoi è convinto che le pene debbano essere più pesanti, incisive (all’omicida di sua sorella la corte d’appello ha dimezzato la pena iniziale da 30 a 15 anni). «Speriamo che tutti insieme si riesca ad arginare questo fenomeno» conclude Vanoi.

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