Lombardia a rischio zona rossa
Venerdì la decisione

ll direttore generale regionale della sanità: «Forte preoccupazione sulla situazione»

La questione rimane sul tavolo: la riunione della Cabina di regia di mercoledì è durata poco più di un’ora e si è conclusa con la necessità (condivisa) di avere nuovi dati da parte dell’Istituto superiore di sanità prima di prendere una decisione su un eventuale inasprimento delle misure di contenimento del Covid. Ora è in programma una riunione tra governo e Regioni, ma un nuovo decreto non è atteso prima di domani, venerdì.

Sullo sfondo l’ipotesi di un weekend blindato che però a questo punto vede due scenari possibili: zone rosse nel fine settimana per ridurre al minimo i contatti e soprattutto le libere uscite, oppure mantenimento dello status quo (nell’attesa degli eventuali mutamenti di fascia che scatterebbero comunque da lunedì) con controlli molto più stringenti sulla circolazione delle persone.

IL PROBLEMA DELL’ANTICIPO

«Si attendono nuovi dati, prima di prendere decisioni sull’inasprimento delle misure per limitare il contagio da Covid». Questo è trapelato al termine della riunione a Palazzo Chigi «nella quale sarebbero state fatte valutazioni di scenario, preso atto dell’inasprimento dei contagi e delle proposte del Cts». Che chiede un bel giro di vite a cominciare dalle previsioni del recentissimo Dpcm, ritenute troppo blande di fronte al peggioramento della situazione.

Ma il governo Draghi ha sempre detto che eventuali provvedimenti sarebbero stati comunicati con congruo anticipo così da evitare tensioni con le Regioni, il che potrebbe avallare la tesi che per questo fine settimana si punterà soprattutto su controlli più stringenti onde evitare assembramenti e quel clima da «liberi tutti» vissuto in quelli precedenti.

LA SITUAZIONE PANDEMICA

Anche perché, ad ogni modo, siamo già a venerdì, da qualche mese in qua giorno di resa dei conti tra Cabina di regia e Regioni: sul tavolo gli eventuali cambiamenti di zona, un tormentone che si ripete ormai ogni fine settimana.

«Sulla situazione pandemica in Lombardia c’è una forte preoccupazione, ma la capacità di risposta è soddisfacente. L’unica risposta è quella di crescere nella quota di popolazione vaccinata» ha spiegato il neodirettore generale dell’assessorato al Welfare e Sanità, Giuseppe Pavesi, alla 3ª Commissione regionale. «Abbiamo alcune province, come quelle di Brescia, Cremona e Mantova, che stanno particolarmente soffrendo come numero di positivi rispetto alla popolazione e come posti letto ospedalieri a disposizione, mentre abbiamo altre aree come Bergamo, Lodi, Sondrio e Varese, in cui la situazione è stabile e non supera i 250 casi ogni 100mila abitanti. Teniamo comunque conto che siamo la regione che tampona maggiormente la popolazione. Il sistema, comunque, in questo momento è governato».

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