Livigno, i Vigili del fuoco chiudono la caserma. «Pochi volontari»

Livigno Il distaccamento del Piccolo Tibet è in crisi. «Quattro lavorano in Svizzera e altri hanno problemi. Manca da due anni anche il corso per nuovi pompieri»

Non suona più la sirena dei pompieri di Livigno. Ed un silenzio assordante. È un silenzio di preoccupazione quello della gente di Livigno che si trova improvvisamente privata del pronto intervento dei volontari del fuoco del paese, fondamentali nell’emergenza. I livignaschi si interrogano. Cosa sarà in caso di incendio nell’attesa dell’intervento dei professionisti da Valdisotto? Il distaccamento dei vigili del fuoco volontari è stato costretto ad alzare bandiera bianca perché sotto organico. Una decisione che il capodistaccamento Achille Gurini, il guru dal 2007, ha dovuto inevitabilmente comunicare al comando provinciale dei vigili del fuoco di Sondrio.

Calati i volontari

«Siamo in 13 in organico - spiega Gurini -, ma 4 lavorano in Svizzera e quindi non possono garantire la loro disponibilità. Vicissitudini personali e familiari non permettono anche ad altri componenti di poter fornire la disponibilità e quindi non abbiamo più il numero per garantire quella presenza costante che abbiamo sempre dato». C’è profonda amarezza nelle parole di Gurini non certo contento di gettare la spugna. Il distaccamento dei vigili del fuoco fa parte della storia di Livigno, nato nella metà degli anni Cinquanta, quando i pionieri intesero l’importanza di avere un’autonomia anche in queste settore proprio come negli altri visto che il comune era isolato in inverno. Ma anche quando ha aperto il Foscagno in inverno all’inizio degli anni Sessanta, le difficoltà di poter raggiungere il Piccolo Tibet per i mezzi di soccorso in pieno inverno ha sempre dato un ruolo fondamentale al distaccamento in loco.

Niente corsi

«Dispiace non poter garantire il servizio e chiudere, una beffa perché abbiamo una decina di ragazzi pronti a far parte del distaccamento e quindi a garantire il numero sufficiente per gli interventi già da tempo, ma siamo in attesa da due anni di poter effettuare i corsi necessari per la formazione teorica e pratica, ma non ne sono stati più fatti a Sondrio». E quindi le vocazioni da pompiere sono rimaste inespresse ed intanto il distaccamento chiude. Se i pompieri dovessero sparire sarebbe un brutto colpo per tutto Livigno. Il Comune in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 ha in progetto una sede nuova per vigili del fuoco e la protezione civile.

Nessuna dichiarazione ufficiale, ma il sindaco Remo Galli nei giorni scorsi ha preso carta e biro e ha scritto al comando provinciale, augurandosi una soluzione repentina dell’emergenza.

Fra i pionieri per tanti anni fu Ernestino Silvestri il responsabile. Prima di Gurini la leadership è stata di Edoardo e Battista Bormolini. Oltre a spegnere gli incendi, i pompieri livignaschi grazie al loro gommone garantiscono anche i collegamenti in emergenza assoluta quando la galleria del Gallo resta chiusa. Interventi spettacolari e fondamentali che rischiano di restare nel libro dei ricordi. In attesa di accendere la fiaccola olimpica Livigno non vuole spegnere la fiammella di speranza di poter essere ancora la casa dei volontari del fuoco.

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