Limitazioni per l’acqua, 18 ordinanze. Ma poco rispettate

Siccità Provvedimenti di limitazione all’uso in molti paesi, spesso però mancano i controlli e la gente li ignora. Pellei (Secam): «Noi verifichiamo la situazione e la comunichiamo ai Comuni, poi serve senso di responsabilità»

Temperature abbondantemente sopra ogni media stagionale, zero termico intorno ai cinquemila metri di quota, precipitazioni che si limitano a qualche acquazzone sporadico, allevamenti ed agricoltura in difficoltà, la crisi idrica comincia a toccare ancor più da vicino i cittadini che, in qualche caso, alzano la voce.

I numeri

Complessivamente in provincia di Sondrio sono 18 le ordinanze di limitazione all’utilizzo dell’acqua per soli usi domestici attive in questo momento cui si aggiunge quella di non potabilità del comune di Caiolo dove, per fra fronte alla carenza idrica, si è provveduto a recuperare l’acqua di un torrente su cui però non sono ancora state fatte le necessarie analisi da parte di Secam, la società pubblica che gestisce il ciclo integrato delle acque in provincia.

Alle diciotto ordinanze emanate a Berbenno (l’ultima in ordine di tempo), Caiolo, Castello dell’Acqua, Cercino, Cosio Valtellino, Dazio, Dubino, Forcola, Grosio, Mantello, Morbegno, Poggiridenti, Ponte, Talamona, Tirano (solo in alcune aree), Traona, Vervio e Villa di Tirano, non si accompagnano però spesso comunicazione tempestiva agli abitanti e soprattutto controlli da parte dei Comuni. Così capita che in alcune località dove ci sono prevalentemente seconde case - ma non solo - qualcuno rimanga senz’acqua e qualcun altro si permetta di riempire piscine, irrigare prati e bagnare orti. Anche di notte.

E’ capitato a Briotti, sponda orobica di Ponte, dove a causa di una sorgente secca e del massiccio utilizzo di acqua di questi giorni che ha fatto scendere la vasca al 35%, residenti e villeggianti sono rimasti, ancora senz’acqua, come già qualche settimana fa. Cosa che ha portato alla veemente protesta contro la dirigenza di Secam, accusata di non rispettare la carta dei servizi che contempla la crisi idrica e che prevede dei passaggi ben precisi volti a cercare di tamponare il problema insieme all’obbligo di informare adeguatamente gli utenti che comunque il servizio lo pagano.

«Servono azioni incisive e tempestive - punta il dito Claudio Frizziero che a Briotti ha la sua seconda casa - qua sembra che si faccia finta di niente sperando che si metta a piovere. Basterebbe mettere in pratica alcune delle misure contenute nella carta della qualità dei servizi dell’Ato: invito al risparmio idrico e alla limitazione degli usi non essenziali, utilizzo delle risorse destinate ad altri usi limitazione dei consumi mediante riduzione della pressione di rete e turnazione delle utenze».

La vigilanza

«Capiamo le esigenze delle persone - dice Brigitte Pellei, responsabile del servizio di Secam -, ma forse la gente non si rende conto della gravità della situazione che stiamo vivendo in questi giorni. Noi teniamo monitorata costantemente la situazione, comunichiamo le difficoltà ai Comuni chiedendo le emanazioni delle ordinanze. Nel caso di Ponte dopo che i nostri operai hanno trovato tubi dell’acqua funzionanti anche di notte e manomissioni degli impianti abbiamo anche chiesto all’amministrazione l’intervento della Polizia locale. Stiamo facendo il possibile».

E’ anche evidente dicono da Secam che in questa situazione emergenziale che tocca tutti la priorità nel garantire servizi e forniture va innanzitutto alle abitazioni principali. «Siamo in collegamento diretto con la Regione per comunicare i dati - continua Pellei - così da capire quali investimenti eventualmente servano, ma in una situazione di carenza di piogge, di temperature altissime come quella che stiamo vivendo deve intervenire anche il senso di responsabilità dei cittadini che devono imparare ad usare l’acqua in modo parsimonioso. Certamente non per bagnare prati o riempire piscine».

© RIPRODUZIONE RISERVATA