Lavori, dopo San Rocco tocca all’organo

Comunità pastorale Don Bricola ha fatto il punto sugli interventi: restituiti i prestiti per il nuovo oratorio. Per il piazzale del Sacro Cuore mancano 60mila euro. Ora il restauro dello strumento nella collegiata

Non solo processi pastorali e l’impegno di evangelizzare, proprio di ogni comunità cristiana. Da quando è giunto in città, cinque anni e mezzo fa, negli intenti dell’arciprete, don Christian Bricola, c’è sempre stato anche l’impegno di valorizzare e conservare il patrimonio immobiliare delle parrocchie per migliorare la fruibilità di spazi e beni, coinvolgendo attivamente i collaboratori in nuovi progetti, talvolta anche impegnativi. Come la riedificazione dalle fondamenta dell’oratorio San Rocco, affidato alla comunità salesiana.

Primo passo

Da giugno 2019 per quindici mesi rimase attivo il cantiere che portò a inaugurare la nuova struttura nell’ottobre di tre anni fa. Finanziati da Fondazione Cariplo con un contributo di un milione e centomila euro, i lavori hanno avuto richiesto un investimento complessivo di due milioni e 250 mila euro. La scorsa domenica, attraverso il foglietto settimanale della Comunità pastorale, l’arciprete ha comunicato di aver restituito tutti i prestiti graziosi ricevuti per anticipare i pagamenti dei lavori e di aver quindi potuto chiudere la contabilità per l’edificazione del nuovo oratorio.

«Per pagare gli ultimi debiti ho usato i soldi della collegiata», ha riferito don Bricola, spiegando che parte del capitale è giunto anche dalla vendita degli appartamenti sopra il cinema Excelsior e ringraziando «chi, negli anni passati, ha creduto nel progetto ed è stato generoso».

Nel rendicontare lo stato dei lavori conclusi e in programma e dei conseguenti debiti, don Bricola ha ricordato anche il rifacimento del piazzale della chiesa del Sacro Cuore, intitolato alla memoria di don Alberto Panizza. Per coprire il costo dell’intervento «mancano ancora 59.665 euro», ha riferito l’arciprete, spiegando che «con le offerte della prima domenica del mese il debito pian pianino diminuisce».

Guardando al futuro, in estate comincerà in collegiata l’intervento di restauro dell’organo Mascioni, realizzato a partire dal 1901, il più grande della Valtellina. Nel 1934 fu modificato e nuovamente venne ampliato nel 1962. Dai 33 registri iniziali, si arrivò così ad averne 49, per un totale di 3.800 canne, azionate da tre tastiere manuali e da una pedaliera.

Dopo che, sessantuno anni fa, l’organo fu interessato da un restauro generale e dalla conversione della trasmissione da pneumatico - tubolare a elettrica, oltre che dall’aggiunta del positivo espressivo con l’aggiunta della terza tastiera, non è stato più interessato da interventi significativi. A fine giugno sarà allestito un ponteggio che permetterà alla ditta Colzani Organi di Bulgarograsso (Co) di smontare la cassa armonica che si trova nel matroneo sovrastante l’altare di Sant’Antonio.

A tappe

Entro Natale la prima parte dell’intervento sarà completata, così che nel 2024 si possa intervenire sul resto del corpo dell’organo che si trova in controfacciata, per avere lo strumento completamente restaurato entro la fine del prossimo anno. Il preventivo per i lavori è di 200 mila euro, comprensivo del ponteggio e del restauro della cassa lignea che sarà affidato alla sondriese Letizia Greppi.

«Abbiamo un contributo di Fondazione Cariplo di 80 mila euro - ha riferito don Bricola - e uno della Cei dai fondi dell’8 per mille di 74 mila euro. Mancano ancora 46 mila euro: per chi volesse contribuire c’è la possibilità di avere la dichiarazione, la donazione fa infatti parte di quelle detraibili per le persone fisiche e deducibile dal reddito d’impresa».

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