La politica risponde al Movimento pro Morelli. «La scheda bianca non serve». «Votate chi non è responsabile»

Le reazioni Le forze politiche rispondono all’invito del Movimento pro ospedale di non scegliere alle elezioni. Crosio: «Non cambierà nulla». Iannotti: «Occorre distinguere tra chi ha responsabilità e chi no». Silenzio della Lega

Non voto ai partiti che in questi anni hanno governato la Lombardia, a partire dalla Lega ritenuta responsabile della «drammatica situazione» in cui versa la sanità di montagna e l’ospedale Morelli di Sondalo in particolare, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, e però appello a recarsi alle urne con l’indicazione di votare scheda bianca, «nel pieno rispetto della libertà dei propri aderenti e sostenitori».

Ha provocato immediate reazioni l’uscita del Movimento popolare “Rinascita Morelli autonomo” a meno di una settimana dall’appuntamento con le elezioni politiche del 25 settembre, frutto di una sorta di sondaggio condotto al proprio interno. La prima, la più fragorosa, è il silenzio scelto dalla Lega che sia con l’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori, che con il segretario provinciale Lorenzo Grillo Della Berta si trincera dietro il più classico dei “no comment”.

Ci tiene, invece, a prendere le distanze da coloro finiti nel mirino del Movimento, Jonny Crosio, figura di spicco del partito di Giorgia Meloni in provincia, e che già da militante della Lega aveva espresso la propria contrarietà nei confronti delle scelte assunte a Milano presentandosi alla grande manifestazione di Sondalo. «Dopodiché - ricorda - sono stato messo alla porta. Detto questo non condivido però l’idea di usare il voto nazionale per dare un segnale alla politica regionale. Credo che la scheda bianca non cambierà molto e mi dispiace che chi ha fatto politica per tanti anni arrivi a formulare questo invito. Fratelli d’Italia ha il 4% di responsabilità degli ultimi 4 anni, deve essere chiaro. Credo che il segnale forte arriverà il giorno dopo le urne quando inizierà la campagna elettorale per le regionali. Come forza politica provinciale stiamo elaborando un pensiero sulla sanità valtellinese che presenteremo ai vertici del nostro partito e che non sarà oggetto di trattative. Ma ripeto, vediamo cosa succede lunedì perché la questione del presidente della Regione è ancora tutta da scrivere».

Definisce «ingenuo errore» l’invito alla scheda bianca, invece, Massimo Libera, segretario provinciale di Rifondazione comunista, presente alle elezioni con Unione Popolare che rivendica posizione diverse sia da quelle sostenute dalla destra che dai «pasdaran» dell’agenda Draghi. «I comitati hanno giustamente la necessità di mantenere una loro autonomia nei confronti delle forze politiche - sostiene -, ma trattare tutte le forze politiche alla stessa stregua si incorre nel rischio che si concretizzi la possibilità che la Lega in termini percentuali ne esca addirittura rafforzata - sostiene -. Sarebbe un autogol incredibile. Correttamente un comitato non deve dare nessuna specifica indicazione di voto, ma sostenere che sono tutti egualmente responsabili, sia coloro che hanno guidato la sanità in questi anni sia coloro che hanno espresso critiche, significa dire tutti colpevoli, quindi nessun colpevole».

Anche Michele Iannotti, segretario provinciale del Pd tiene a distinguere le responsabilità politiche «del disastro in cui versa la sanità regionale e provinciale che - sottolinea - sono da attribuire esclusivamente a chi in questi ultimi 30 anni ha governato e continua a governare la Lombardia: Forza Italia, An ora FdI, e in particolare la Lega. I cittadini avranno l’occasione nella prossima primavera, di cambiare finalmente colore politico alla Regione; cominciando già da ora, con il voto del 25 settembre. Davanti all’invito del Movimento di votare scheda bianca - conclude - chiediamo ai cittadini di esercitare invece il diritto di voto scegliendo un partito come il nostro che vuole ricostruire il sistema con energie nuove ed esprime candidati del territorio che in questi anni si sono sempre spesi, soprattutto per contrastare una politica regionale miope ed inconcludente su tutti i temi, sanità in testa».

«Il comitato ha capito che quella della sanità è una questione politica - aggiunge Mauro Del Barba di Italia viva - al punto da rivolgersi agli elettori per il voto. Direi che è una svolta di consapevolezza del territorio. Ma l’unico modo per invertire la parabola decadente è fare una scelta politica chiara, dando fiducia a chi mette sul tavolo un’alternativa seria e non solo slogan».

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