«La nuova seggiovia salverà Franscia. E avrà un basso impatto ambientale»

LanzadaIl sindaco Nana sull’impianto in progettazione. «Senza collegamento al Palù la frazione morirebbe. Parcheggio a Tornadri e poi si salirà in navetta»

«Siamo al primo stadio dello sviluppo della progettualità sul patto territoriale, quello in cui si ragiona su studi di fattibilità e solo più avanti si entrerà nel merito della progettazione preliminare ed esecutiva e del rilascio delle necessarie autorizzazioni. Però fin da subito posso dire che la cabinovia prevista fra Franscia e il Dosso dei Vetti non avrà i connotati di un impianto impattante dal punto di vista ambientale. Tutt’altro».

La necessità

A sottolinearlo è Cristian Nana, sindaco di Lanzada, che tiene tantissimo al rilancio di Franscia e dell’alta quota di Lanzada. Che secondo Nana passa proprio dalla realizzazione della cabinovia che dovrebbe partire da Franscia e snodarsi fino al Dosso su un dislivello di 300 metri. Un impianto da sei cabine ad otto posti per una portata oraria di 480 persone al massimo.

«Stiamo parlando di un piccolo impianto, perché non abbiamo alcuna intenzione di convogliare a Franscia masse di persone, anzi vogliamo che diventi una località il più possibile “car free” - dice Nana - però dobbiamo anche capire che se non la connettiamo al comprensorio del Palù, difficilmente ci saranno persone interessate ad investire in una località bellissima, ma così isolata e difficile da raggiungere. Io credo fermamente in questo. Pensiamo comunque a impianto a basso impatto ambientale, addirittura ad una stazione di partenza interrata e magari, anche al ricorso a cabine molto quasi trasparenti. Servirebbe a ridare impulso ad una zona in decadimento».

Il sindaco ricorda che delle sette attività aperte negli anni Settanta-Ottanta, gli anni del boom di Franscia, ne restano solo tre operative e che resistono eroicamente.

Chi resiste

«Sono ancora aperti, quasi stoicamente, il Fior di Roccia, l’Edelweiss e la pescasportiva in estate - osserva Nana - mentre sono chiusi da anni, anche venti, il Tanana, il Conca Verde, Villa Lena, così come il vecchio rifugio Scerscen, mentre la caserma di Franscia è chiusa da tempo immemorabile. Ecco, noi vorremmo che queste strutture potessero trovare spazio per ripartire. Vorremmo realizzare una casa per le guide di media montagna nella ex caserma della Guardia di finanza, e vorremmo che il ciaspolatore, il trekker, l’alpinista, l’amante del turismo lento continuasse a frequentarci. Purtroppo non basta».

«Noi - aggiunge il sindaco di Lanzada - siamo sempre stati la realtà malenca che ha puntato su questo tipo di turismo, ma abbiamo anche capito che non basta. Una stazione, per svilupparsi, ha anche bisogno di impianti, di strutture. L’importante è trovare l’equilibrio giusto, fare in modo che chi vive l’alta montagna possa continuare a farlo senza spezzarsi la schiena e chi arriva per turismo trovi un minimo di infrastrutture».

Un parcheggio

«Oltretutto, l’obiettivo è quello di collegare Franscia a Tornadri con bus navetta, per evitare intasamenti di auto in quota che non vogliamo assolutamente. Per questo realizzeremo un parcheggio sotterraneo nella zona della ex Mineraria Fabi, che abbiamo acquistato e porteremo i turisti a Franscia con navette. Questo è il progetto».

La previsione di spesa sul Patto territoriale “benedetto” da Regione Lombardia e presentato, pochi giorni fa, all’Ufficio territoriale regionale di Sondrio, è di 6 milioni e 610mila euro solo per la cabinovia Franscia-Dosso dei Vetti, dei quali il 90% garantito dalla Regione. È lo stanziamento più consistente sul totale di 14,4 milioni di euro garantiti, che diventano 22 se si aggiungono con i 6 milioni che Franco Vismara, patron della Fab, investirà sul restyling del Campanacci.

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