La maestra batte il Covid:

«Che fatica, grazie a tutti»

È tornata a casa Elena Farina, la maestra d’asilo di Albosaggia che aveva raccontato la sua brutta esperienza

Una storia finita nel migliore dei modi. Lasciandosi alle spalle quella stanza d’ospedale, al Morelli di Sondalo, dove era stata ricoverata d’urgenza il 30 dicembre scorso. Dopo quasi un mese di degenza, ieri Elena Farina è ritornata (finalmente) a casa. Con una certezza: la battaglia vinta sul Covid.

È ritornata ad Albosaggia. A riabbracciare tra forti emozioni la sua famiglia, che non vedeva dalla fine dell’anno. Da quando è stata caricata sull’ambulanza in gravi condizioni. Una storia da happy ending. Proprio come nelle favole. Come quella che l’ha resa famosa sul web dove è conosciuta, con migliaia di follower, come la maestra Elena, per la storia del “Mostriciattolo con la corona”, che aveva iniziato a fine febbraio 2020, quando chiusero le scuole, ad inventare e a raccontare per i suoi bambini dell’asilo parrocchiale di Castione, dove insegna da anni e dove è la coordinatrice.

Raggiunta al telefono non ha nascosto la sua felicità: immensa. «Ancora non ci credo» ammette poco prima di essere dimessa, dopo aver finito la sessione quotidiana di ginnastica. Sa che ci sarà ancora da lavorare - «dovrò fare fisioterapia» -, che dovrà per ora camminare con una stampella, ma la valigia è pronta: suo marito è arrivato a prenderla.

«Sono state tre avventure in una» aggiunge. La prima nel letto di casa - il contagio risale ai primi di dicembre -, poi il reparto Covid e infine quello di riabilitazione ortopedica.

«Dico che sono felicissima di tornare a casa. Dico che non basteranno tutti i miei “grazie” per rendere onore a questi medici e a quest’ospedale. Servirà molto di più. Spero che i “grazie” di tutti noi pazienti abbiano un terreno fertile dove germogliare. Ringrazio infinitamente tutto lo staff del reparto Covid 4, con la sua equipe medica impeccabile ed un lavoro di squadra da far invidia. Allo stesso modo ringrazio tutto il personale medico e non del reparto di riabilitazione ortopedica». Ma la gratitudine prende il largo: i grazie della maestra Elena vanno a tutti quelli incontrati in questa storia, dove, per sua stessa ammissione, c’è stata tanta anche da paura. Di non farcela.

«Ringrazio le mie compagne d’avventura, il signor F. (un paziente conosciuto al Morelli, nda), la sua famiglia e i pazienti tutti che, come me, se rimasti, apprezzeranno questo mondo». Grazie anche ai «sindaci, in particolare il mio - Graziano Murada-, sempre vicino». Infine un consiglio: «Continuate a prendervi cura di voi. Non mettete voi e gli altri in pericolo: usate il cuore e la testa. Io lo farò certamente» conclude con un pensiero e un grazie a tutti quelli - centinaia di migliaia -, che le hanno scritto sui social, quando ha iniziato a raccontare e a raccontarsi dalla stanza d’ospedale.

«Grazie per l’affetto che mi avete dimostrato e la forza che mi avete passato. Quel primo ed istintivo “scrivo” lo rifarei altre 100 volte» da quel cellulare che per tutto questo mese è stato per lei l’unico ponte con il mondo. D. Luc.

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