Interrogatorio, Molinari fa scena muta

L’inchiesta Il dirigente scolastico provinciale si è avvalso della facoltà di non rispondere al giudice De Rosa

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Fabio Molinari, direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, agli arresti domiciliari per le ipotesi di reato di concussione, induzione indebita, peculato, e turbata libertà degli incanti, in ordine a fatti relativi al suo ufficio di cui abbiamo ampiamente narrato negli ultimi giorni.

Ieri, intorno alle 10, il suo arrivo in Procura, a Sondrio, non è passato inosservato: il dirigente scolastico provinciale è sceso da un’auto blu che si è fermata davanti all’ingresso degli uffici di via Mazzini, accompagnato da uno dei suoi due avvocati, Stefano Di Pasquale, del foro di Sondrio.

Molinari è stato convocato per l’interrogatorio di garanzia che si è esaurito in una mera formalità perché, come la stessa Procura si attendeva, Molinari ha scelto di non rispondere alle domande del gip. Il provveditore non ha argomentato, non si è scagionato, non ha riversato colpe su altri, non ha cercato in alcun modo di alleggerire la sua posizione. Nulla di nulla.

Ha preso tempo, come gli consente il codice di procedura penale e come con ogni probabilità gli hanno consigliato i legali Sara Riva, del foro di Bergamo e Stefano Di Pasquale, di Sondrio. I quali, sin dal momento dell’arresto martedì scorso, hanno scelto un profilo bassissimo, evitando qualsiasi uscita pubblica. E così è stato anche ieri, perché l’avvocato Di Pasquale, da noi contattato nel pomeriggio, ha formulato i migliori rispetti per il lavoro giornalistico, ma «la linea concordata è quella di non commentare».

Nessun commento anche in Procura, dove tuttavia si lavora ancora alacremente al caso. Perché l’indagine non è certamente finita qui.

Il giudice delle indagini preliminari Antonio De Rosa non ha revocato o alleggerito l’ordinanza di custodia cautelare emessa martedì scorso nei confronti di Molinari, per cui il provveditore ha fatto rientro a Lovere dove rimarrà agli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori. Mentre il resto è in divenire.

E, con ogni probabilità, a breve sarà la volta dei presidi e dei dirigenti amministrativi delle scuole della nostra provincia e del Cremonese (sette in provincia di Sondrio e due in quella di Cremona, secondo gli esposti che hanno generato l’inchiesta, ndr) che - secondo l’ipotesi accusatoria - sarebbero state oggetto di pressioni da parte di Molinari o per conferire incarichi a personale “protetto” o per smobilitare risorse destinate ai Piani formativi per attività diverse da quelle istituzionalmente previste.

Ricordiamo che negli ultimi quattro anni Fabio Molinari, 45 anni, di Lovere, è stato ai vertici dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio e di quello di Cremona dal 1° giugno 2019 al luglio 2021 e i fatti lui ascritti si riferiscono proprio a questo lasso di tempo.

Si tratterà anche di capire ora come procederà il Ministero rispetto alla guida degli uffici dell’ex Provveditorato, in via Donegani. Se verrà nominato un reggente o se, le funzioni verranno temporaneamente assunte da remoto, dai funzionari dell’Ufficio scolastico regionale di Milano o dal dirigente di qualche altra città lombarda.

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