Ingresso ufficiale del nuovo vicario
Festa per don Remo

Fede Nativo di Lanzada, per lui ritorno in Valtellina. Accompagnato da 160 fedeli della sua ex parrocchia Don Bricola: «Il più bel biglietto da visita per lui»

Per la Comunità pastorale del capoluogo sono tanti, ultimamente, i motivi per fare festa: dopo la prima messa in città da cardinale, la scorsa settimana, del vescovo Oscar Cantoni in occasione del 125esimo di presenza salesiana, ieri tutta Sondrio si è stretta attorno al nuovo vicario parrocchiale, don Remo Bracelli, che ha fatto il suo ingresso ufficiale in Collegiata.

Grande emozione

Nativo di Lanzada, per il sacerdote – trentadue anni, prete da sei – si tratta, di fatto, di un ritorno a casa, in Valtellina. E in città, va detto, la sua presenza era attesa da tempo, così da poter continuare il cammino di pastorale giovanile iniziato nel 2017 da don Valerio Livio e portato avanti nell’ultimo anno, dopo il trasferimento di quest’ultimo, dal diacono don Jacopo Compagnoni, ora vicario a Lomazzo.

Proprio da quella zona – stiamo parlando della Bassa Comasca – ieri ha raggiunto Sondrio una nutrita delegazione di parrocchiani di Caslino al Piano, Cadorago e Bulgorello, le tre parrocchie in cui fino a quest’estate ha prestato servizio don Remo.

Oltre 160 i parrocchiani che hanno voluto partecipare alla celebrazione: un numero importante, o, meglio, «il più bel biglietto da visita che potevate darci. Vuol dire che don Remo si è speso tanto e bene per voi e, così facendo, gli manifestate tutto il vostro bene», ha detto l’arciprete don Christian Bricola, che ha concelebrato con monsignor Valerio Modenesi. Da Cadorago sono arrivati pure il parroco don Andrea Messaggi e il diacono don Alessio Cifani, in cammino verso l’ordinazione sacerdotale.

Dopo sei anni nel Comasco, ecco un nuovo inizio, in un ambiente totalmente differente. Anche se, come ha precisato il nuovo vicario, non mancano «piccoli fili rossi della Provvidenza».

Infatti, «non so quanti dei miei vecchi parrocchiani se lo ricordano – ha detto, rivolgendosi direttamente ai fedeli comaschi –, ma ho celebrato la messa di ingresso nella Comunità Santa Maria Madre di Dio, sei anni fa esatti: era il 2 ottobre 2016 e le letture erano esattamente quelle che abbiamo ascoltato anche oggi».

Allora, «pretino fresco di ordinazione da un paio di mesi, predicai su questa Parola del Signore e oggi lo rifaccio, cominciando solo ora a intuire la grandezza di questa pagina di Vangelo».

L’evangelista Luca ieri parlava del fatto che «siamo “servi inutili”. Ed è proprio così: inutili, e quindi chiamati a umiltà, perché servire il Signore è un dono. Lui non ha bisogno di noi, eppure ci invita a collaborare alla sua grande opera di salvezza».

«Strumento del Signore»

In questa prospettiva va interpretato, a suo dire, l’arrivo in città del nuovo vicario.

«Oggi la comunità di Sondrio è in festa non perché accoglie Remo Bracelli, ma perché accoglie un sacerdote. E se è vero che il ministero di noi preti passa anche dalla nostra umanità, è altrettanto vero che ciò che faccio di importante non è mio e non viene da me».

Parole profonde, pronunciate con voce ferma e, allo stesso tempo, con la tenerezza del pastore che ha cuore il proprio gregge.

«Non sono io – ha concluso – che perdonerò i vostri peccati nella confessione, né colui che trasformerà le vostre vite con la Parola che salva. Non sono io che rinnoverò per voi il sacrificio pasquale e vi donerò il Pane degli angeli, non sono io che genererò nuovi figli alla Chiesa nel fonte battesimale: è il Signore che farà tutto questo per voi, servendosi di questo inutile e povero strumento».

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