Il bus non basta, studenti a piedi. E il genitore costringe a caricarli

La storiaÈ accaduto a Ponte: utenti esasperati per l’automezzo che sostituisce il treno. Riunione ieri in Provincia. Moretti: «Disponibili a farci carico dei costi necessari»

Quindici giorni di tempo, esattamente quelli delle vacanze di Natale degli studenti, per provare a risolvere un problema che, a fasi alterne, si trascina ormai dall’inizio dell’anno scolastico, ma che nei giorni scorsi è culminato nella protesta plateale di un genitore che ha fermato il mezzo troppo affollato per far salire a bordo qualcuno. E’ questo il timing dato dal presidente della Provincia Elio Moretti nella riunione di ieri a palazzo Muzio con Stps, la società di trasporto che si occupa del servizio, l’agenzia del Tpl e la dirigenza dell’istituto superiore della cittadina abduana.

La questione

La questione è quella dell’autobus che dopo la soppressione definitiva della corsa sui binari, sostituisce il treno delle 6,40 che da Sondrio porta pendolari e studenti verso Tirano, in particolare all’istituto Pinchetti.

Un solo autobus da cinquanta posti chiamato a fare le veci di un convoglio di tre vagoni che, dunque, per la maggior parte delle volte non è sufficiente a soddisfare le richieste. Né dei pendolari, né tantomeno degli studenti. Come i dieci che nei giorni scorsi alla fermata di Ponte hanno rischiato di rimanere a piedi. Già pieno alla stazione di Sondrio il mezzo non aveva posto per i ragazzi.

Soltanto un intervento di forza di un genitore, che ha fermato l’autobus costringendo l’autista a far salire gli studenti, ha consentito loro di raggiungere il Pinchetti a Tirano dopo un viaggio tutto in piedi.

La protesta delle famiglie dei ragazzi, esasperate dalla situazione, ha spinto il presidente Moretti, che già nei mesi scorsi si era confrontato con Stps, alla convocazione dell’incontro di ieri. «Il problema si ripropone dall’inizio dell’anno scolastico - dice Moretti al termine della riunione - anche se i responsabili di Stps dicono che non è così tutti i giorni. Ma insomma è evidente che una situazione del genere non è più tollerabile. I ragazzi hanno diritto ad arrivare a scuola e lo stesso vale per i pendolari che utilizzano i mezzi pubblici per andare a lavorare. Nei 15 giorni di vacanza bisogna trovare la soluzione».

Potenziamento

Il dato evidente è che un solo autobus per sostituire le tre carrozze soppresse non basta. Ci vuole uno sforzo innanzitutto economico da parte di Trenord che Stps si è presa l’incarico di sentire. «Se non dovessero esserci i fondi da parte loro - assicura Moretti - la Provincia è pronta ad intervenire facendosene carico».

Non si tratta però soltanto di una questione economica. Di mezzo c’è l’annosa questione della mancanza di personale: Stps non avrebbe infatti un autista da mettere sul servizio e dovrebbe ricorrere al subappalto sperando di trovare un’azienda disposta a farlo. «Capiamo le difficoltà - dice Moretti -, ma questa non può essere una ragione per non sciogliere il nodo».

Intorno a un tavolo

Insomma da qui alla ripresa delle attività didattiche la soluzione deve essere trovata, a tutti i costi.

E subito dopo le vacanze di Natale, il presidente della Provincia intende affrontare la questione del trasporto ferroviario nel suo complesso. «Ho intenzione di convocare una riunione possibilmente alla presenza di Trenord ed Rfi - dice Moretti - per parlare di treni perché così proprio non va. Soppressioni di corse e ritardi sono ormai all’ordine del giorno e non è plausibile. Il problema va affrontato e risolto. Noi ci impegneremo per farlo».

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