Il 34% non è andato a votare, nessuno peggio della provincia di Sondrio in Lombardia

Dato definitivo al 63,9%nove punti in meno rispetto al 2018Pedesina 87%. Tartano 59%

Avrebbero potuto far pensare ad un’elevata affluenza alle urne, in controtendenza rispetto al pronostico della vigilia, ma le code ai seggi registrate domenica un po’ ovunque, soprattutto in alcuni momenti di picco, hanno avuto come unica ragione la lentezza nelle operazioni rese particolarmente macchinose, tra le altre cose, dal tagliando antifrode.

Perché per il resto le previsioni dei sondaggi che davano una disaffezione dell’elettorato quantificabile tra il 35 e il 40% non sono state smentite. A nessun livello.

L’illusione regalata dal primo rilevamento delle 12 di domenica che sembrava indicare una tendenza tutto sommato in linea con quella del 2018 si è andata via via spegnendo fino a regalare la percentuale di votanti più bassa di sempre (impressionante pensare che alle prime elezioni legislative della storia della Repubblica italiana, quelle del 1948, si recò alle urne il 92,23% degli aventi diritti), come ha ricordato ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: a livello nazionale il dato definitivo indica un 63,91% di votanti contro il 72,94% di quattro anni fa. Nove punti percentuali in meno di media, anche se poi, a ben guardare, a trascinare in basso il dato della partecipazione è soprattutto il Sud: la Campania si è fermata sotto il 54%, la Calabria e la Sardegna poco sopra il 50%.

I nove punti di scarto percentuali sono anche gli stessi registrati in provincia di Sondrio dove il definitivo rispetto a quattro anni fa si attesta al 66,33% contro il 75,4% confermando il trend già evidenziato in serata con il rilevamento delle 19 quando però lo scostamento era di soli 5 punti. Una percentuale, quel 66%, che regala anche il certo non lusinghiero titolo di territorio lombardo a minor propensione al voto. La Valtellina, dove in quattro anni il dominio leghista ha lasciato il passo al partito di Giorgia Meloni che ne ha pressoché doppiati i risultati, è la provincia in cui si è votato meno. In Lombardia, infatti, si è recato ai seggi il 70,09% di aventi diritto, con una flessione un po’ meno marcata (era stato il 76,84 nel 2018), terza regione dove si è votato di più dietro ad Emilia Romagna (71,97%) e Veneto (70,17%).

Il Comune con il dato più alto di votanti è il piccolo municipio di Pedesina con l’87,10% seguito da Mantello (77,99%), Bema (75%), Piuro (73,4%), Fusine (73,09%), Cino (72,63%) e Campodolcino (72,57%). Al contrario le realtà in cui si è votato meno, con percentuali rimaste al di sotto del 60% e in qualche caso non di molto sopra la metà degli aventi diritto al voto, sono Castello dell’Acqua (53,98%), San Giacomo Filippo (55,31%), Teglio (58,05%), Sondalo (58,6%) dove il voto si è probabilmente intrecciato con la protesta per l’ospedale Morelli e Tartano (58,99%).

Quanto ai comuni capoluogo di mandamento a Sondrio ha votato il 65,15% contro il 72,77% di quattro anni fa, a Tirano il 62,25% (era stato 73,87 nel 2018), a Morbegno il 69,22% (75,7% la precedente tornata elettorale di politiche), a Chiavenna il 65,72% (73,09) e a Bormio il 64,91% di undici punti sotto rispetto al 2018.

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