I segreti di Arianna Fontana: «Ragazzi, usate testa e costanza»

L’incontro La campionessa olimpica Fontana ospite della Comunità montana ha parlato della sua vita. «Per emergere occorre sopportare le fatiche». Non si è sbilanciata sulla partecipazione ai Giochi 2026

Sogna di far crescere la sua disciplina tutta Italia, di «creare un bel movimento nello short-track», ma mancano le strutture adatte. Ed è convinta, che, «se uniti verso un unico e condiviso obiettivo, le Olimpiadi invernali 2026 saranno davvero un trampolino di lancio per la Valtellina, per valorizzare questa bellissima valle che non ha nulla da invidiare ad altre realtà alpine».

Ma Arianna Fontana non si sbilancia. Non svela se ci sarà anche lei, ancora una volta, a tenere alti i colori italiani, tanto quanto quelli di casa sua.

Ospite ieri della Comunità montana di Sondrio, la regina delle Olimpiadi invernali, l’atleta in assoluto più medagliata, si è raccontata in una chiacchierata con il presidente Tiziano Maffezzini , rivolgendosi anzitutto ai giovani.

«Lo sport, qualsiasi sport, è fondamentale: aiuta a crescere, a superare gli ostacoli e i problemi, ad imparare regole e rispetto, a perseverare e a non scoraggiarsi» ha detto l’atleta originaria di Polaggia, frazione di Berbenno, accolta nella sala riunioni dell’ente comprensoriale anche dal vice presidente nonché sindaco di Berbenno Valerio Fumasoni davanti ad una platea di amministratori e di rappresentanti delle associazioni sportive.

«Il consiglio che posso dare a tutti voi è di non abbattersi mai di fronte ad ostacoli o a persone che remano contro, purché ci sia la passione - lo garantisce Fontana -: quella è il punto di forza da dove potete raccogliere energie e motivazioni».

Come ha fatto lei: «Ad ogni tappa mi sono proposta diversi obiettivi: mi sono chiesta perché continuare, perché ancora vincere e, una volta trovate le risposte alle proprie domande, poi è tutto in discesa. Ognuno di noi ha tanta forza dentro di sé e possiamo fare grandi cose nello sport, così come nella scuola o nel lavoro, con impegno e sacrifici, se ci circondiamo di persone - esplicito il riferimento al suo allentatore nonché marito Anthony Lobello - con la nostra mentalità, con la stessa passione e voglia di crescere».

«Per emergere è fondamentale avere la testa, ma deve esserci una combinazione con la capacità di reggere le fatiche, anche quelle di tutti i giorni - ha proseguito - con costanza, e con qualcuno al fianco tutto è più semplice e divertente». Ritornando alla sua specialità, ha rimarcato come «i palazzetti del ghiaccio siano davvero pochi in Italia. Avere un palaghiaccio vuol dire avere più bambini, far crescere il movimento nello short track, nella pista lunga, nel pattinaggio di figura: sarebbe il mio sogno».

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