Gas, la stangata sui condomìni. Si rischia il taglio delle utenze

Energia Bollette rincarate di una volta e mezzo. L’amministratore: «Problemi se qualcuno non paga»

Conti da cinquemila, settemila, in qualche caso addirittura ottomila euro, più di una volta e mezzo in più rispetto all’anno passato quando già avevano subito l’impennata di fine anno. L’allarme rincari scuote i condomini: stanno arrivando in questi giorni nelle case di molti sondriesi i consuntivi dello scorso anno e i conti preventivi del 2023 per riscaldamento e acqua calda dove l’impianto è centralizzato causando forte clamore tra le famiglie.

Se infatti chi è intestatario di una fornitura avendo una caldaia autonoma ha già avuto la percezione degli aumenti abnormi di luce e gas, i condòmini si stanno rendendo conto della drammatica situazione energetica soltanto ora, alla presentazione del consuntivo e del bilancio di previsione da parte degli amministratori. Un vero salasso. «Non accenderemo il riscaldamento quest’inverno» commenta allibito un padre di famiglia, unico a portare lo stipendio nell’appartamento in affitto e con tre figli da mantenere mostrando i calcoli dell’amministratore del condominio di via Mazzini che dicono 6mila euro. Ne parla con un amico a cui è andata peggio: le sue previsioni riportano 8mila euro. Più del doppio dello scorso anno quando già verso novembre e dicembre i prezzi erano saliti del 50%. E infatti al preventivo di questo inverno si assomma la quota aggiuntiva del consuntivo dello scorso, altre migliaia di euro.

Nei loro occhi la disperazione. «La situazione è drammatica - ammette Giorgio Beraldo che di professione fa l’amministratore di condomini e di caseggiati a Sondrio ne segue più d’uno -. Con gli aumenti del gas stanno uscendo cifre folli. Già il consuntivo di quest’anno era più alto a causa degli incrementi di fine anno, ma adesso la situazione è più che preoccupante anche perché il riscaldamento in Valtellina in inverno è necessario».

E se vale la legge di Murphy, e purtroppo vale praticamente sempre, dopo l’estate più calda e asciutta degli ultimi trent’anni, questo sarà l’inverno più freddo del secolo.

«La preoccupazione è altissima anche tra noi amministratori - aggiunge Beraldo -, non sappiamo come muoverci. Con l’impennata del prezzo del gas gli aumenti che abbiamo calcolato non basteranno a coprire i costi, andranno rivisti ancora. Qui rischia di saltare tutto il sistema».

La situazione è davvero difficile: in un condominio con poca liquidità - e i rincari sono destinati a ripercuotersi inevitabilmente sulla morosità -, bastano 1 o 2 condòmini che non pagano per correre addirittura il rischio di un taglio della fornitura. «Grandi strumenti non ne abbiamo - spiega Beraldo -. Certo si possono mandare i solleciti, deliberare per le ingiunzioni. Ma davanti a famiglie che non pagano perché non possono farlo, cosa cambia? Già lo scorso anno le difficoltà a pagare le rate erano aumentate».

L’unico accorgimento fin qui adottato per cercare di andare incontro ai condòmini è stato l’aumento della rateizzazione, molto altro, dicono gli stessi addetti ai lavori, non si può fare se non sollecitare i privati ad un uso più attento e consapevole del riscaldamento attraverso una gestione oculata del singolo termostato.

«Provvederemo a inviare una lettera ai condomini da appendere negli spazi comuni - dice Beraldo - consigliando di tenere basse le temperature e di accendere i riscaldamenti più avanti e per meno ore al giorno di quanto previsto». Un austerity che vada oltre cioè le regole già dettate dal Governo che prevedono il rinvio di una settimana dell’accensione degli impianti - dal 15 al 22 ottobre - la riduzione di un’ora del funzionamento e la limitazione a 19 gradi (con una tolleranza di due gradi in più o in meno) per la temperatura. Regole il cui rispetto questa volta sarà probabilmente il portafogli a dettare.

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