Fermo da 12 anni. Si sblocca il cantiere nell’area ex Carini

Via Vanoni La giunta ha accolto la richiesta dei privati. Tre palazzine al posto di due, e più alte di un piano. L’assessore Mazza: «La modifica è migliorativa»

Tre palazzine anziché le due ipotizzate con uno sviluppo in verticale di sette piani, uno in più dei sei previsti dal programma d’intervento, ma a parità di volumi.

Mentre l’attenzione di tutti era rivolta alla risoluzione dello stato di degrado e abbandono lasciato da un cantiere infinito ma fermo, per l’area ex Carini di via Vanoni, a più riprese al centro di discussioni e polemiche anche tra i banchi del consiglio comunale, ecco che spunta la novità del completamento delle opere previste dal piano e ancora mai realizzate.

Ha colto tutti di sorpresa, in particolare i consiglieri di minoranza, la delibera della giunta comunale che, accogliendo la richiesta dei privati, dà il via libera alle opere dello stralcio quattro del progetto per la realizzazione degli edifici e che sembra avere il valore del viatico per la chiusura del cantiere dopo quasi vent’anni (la prima convenzione è stata sottoscritta nel 2005 e poi rinnovata nel 2010 anche se tutti i lavori sono stati realizzati tra il 2006 e il 2010).

«Ci aspettavamo sì la sistemazione della pista ciclabile su via Vanoni da parte degli operatori privati, piuttosto che la sistemazione del buco e della recinzione vicino alla multisala come ci aveva annunciato qualche settimana fa l’assessore all’Urbanistica Carlo Mazza, ma non certo la ripresa dei lavori nell’area viste le difficoltà del privato» dice senza nascondere lo stupore Luca Zambon del gruppo consiliare di Sondrio civica, particolarmente attento alla questione.

La proposta di modifica planivolumetrica del piano integrato vigente che interessa sostanzialmente la parte sud dell’area è stata presentata a palazzo pretorio un mese fa. Prevede, a parità di volume e superficie lorda complessiva, un nuovo assetto: come anticipato, la realizzazione di tre fabbricati anziché due, con orientamento che consente un arretramento dal verde pubblico attrezzato rispetto alle previsioni originarie. Edifici tutti ad uso residenziale, che a parità di dimensioni contribuiscono a creare una nuova relazione con l’asse viario di via Meriggio e la modifica ai piani che passano da 6 a 7 per un’altezza di 23,5 metri, comunque sotto quella massima prevista dal piano integrato d’intervento che era di 30 metri.

Una modifica dell’assetto che interessa una parte dell’area già sistemata a verde - realizzata in esubero rispetto alle previsioni iniziali - ma che consente di mantenere la fruibilità degli spazi relazionali del parco esistente e prevede una dotazione di aree per servizi pubblici e di interesse pubblico superiore a quella originaria. Una soluzione che nel suo complesso l’amministrazione comunale giudica positivamente.

«Riparte il cantiere e già questa è una buona notizia - dice l’assessore Mazza -. Significa che a quasi vent’anni dalla stipula della convenzione potremo finalmente vedere conclusi i lavori che, a sua volta, vuol dire poter garantire una maggiore sicurezza a tutti. Ma poi, soprattutto, da un punto di vista urbanistico razionalizzando gli spazi e i collegamenti la proposta di modifica presentata è migliorativa».

Qualche dubbio ai consiglieri di minoranza che non hanno potuto finora vedere le carte però rimane. In particolare sul fatto che la volumetria rimanga invariata pur aumentando numero e altezza degli edifici. Non è escluso che nei prossimi giorni, in vista del consiglio comunale di fine mese, sull’argomento possa essere presentata anche un’interrogazione.

Intanto comunque di certo c’è che sono partiti i lavori per la sistemazione del marciapiede e della pista ciclabile che «se tutto va bene - dice Mazza - dovrebbe essere pronta per fine anno».

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