Debutta in centro la prima fiera bio della montagna

In agenda Il 28 e il 29 maggio stand ed eventi collaterali Far crescere la ultura e l’importanza del mangiar sano Pensando al turismo enogastronomico e consapevole

Una festa di piazza, coronamento di tre anni di lavoro, voluta per far crescere la cultura del mangiar sano e favorire il turismo enogastronomico che ha nella qualità e nella sostenibilità le sue carte vincenti.

Sarà la prima fiera del biologico della montagna alpina in programma il 28 e 29 maggio nel centro storico a sancire il connubio tra il territorio e l’agricoltura bio. Un’iniziativa promossa dalla Comunità montana di Sondrio nell’ambito del progetto Interreg Italia-Svizzera Sinbioval che ha preso il via nel 2019 e di cui l’ente montano è capofila per la parte italiana.

«Con questo progetto abbiamo cercato di far conoscere l’agricoltura biologica, di sostenere la produzione e dare supporto, anche tecnico, per avere ancora più aziende bio - spiega Tiziano Maffezzini, presidente della Cm di Sondrio che con Cinzia Leusciatti ha messo in campo grande impegno -, oltre a far crescere la cultura nei consumatori. E la fiera va proprio in questa direzione: rendere visibili al grande pubblico, commercializzandoli sulla piazza, i prodotti biologici. La fiera rappresenta un’occasione unica per raccontare uno spaccato significativo dell’agricoltura di montagna, da sempre attenta all’ambiente, dando spazio e visibilità agli operatori del settore che ogni giorno si impegnano con dedizione a coltivare e produrre alimenti sani e sostenibili».

Un appuntamento importante, un evento pensato anche in ottica turistica cui l’amministrazione comunale di Sondrio crede molto.

«Abbiamo riconosciuto la valenza di questo progetto fin da subito - conferma Francesca Canovi, assessore agli Eventi - e siamo orgogliosi di poter ospitare la fiera e gli eventi collaterali che consentiranno di diffondere la cultura del biologico attraverso la conoscenza delle nostre realtà. Un modo per implementare il turismo enogastronomico, considerando che chi lo pratica è sempre più alla ricerca di esperienze, di emozioni e del mangiar sano. Il bio è un tassello di quel turismo slow e consapevole su cui stiamo lavorando».

E a cui credono anche gli operatori «che - testimonia Pierpaolo Ciapponi dell’Unione commercio - hanno dimostrato un sorprendente entusiasmo». Sono diciassette le attività tra bar, pizzerie, wine bar fino al Grand hotel della Posta che hanno aderito e che offriranno prodotti bio. «La gente crede al biologico perché vede qualità e responsabilità del territorio - ancora Ciapponi -. Ed è proprio sugli eventi di qualità che si può trasformare Sondrio da città di servizi a città turistica».

Tra i partner dell’iniziativa, patrocinata dal capoluogo, ci sono anche la Camera di commercio, la Fondazione Fojanini, il comune di Chiuro, il distretto ValtellinaBio, la Latteria di Chiuro, la Regione Bernina e il Caseificio Valposchiavo. «È la direzione giusta in un territorio come il nostro. Industria, commercio e turismo credono in questo percorso» dice Emilio Mottolini dell’ente camerale che sogna una Valtellina bio.

L’esperienza della latteria di Chiuro dimostra che l’interesse c’è: «Siamo partiti nel 2011 con un’azienda e il 7% di biologico - ricorda il presidente Franco Marantelli -, adesso le aziende sono 4 con il 20%». Un mondo in crescita anche grazie alle attività di formazione e al supporto della Fondazione Fojanini: «Sinbioval è un progetto importante, stimolante ma anche oneroso» ha ricordato la presidente Sonia Mancini . Emozionato Giancarlo Bongiolatti , presidente del distretto biologico: «Il nostro compito è custodire il territorio e vedere tanto interesse intorno al bio ci rende pieni di orgoglio».

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