
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 14 Luglio 2023
Dagli scavi al Castello riemerge la storia
Trovati 8mila reperti
Caspoggio Buono il bilancio della quarta campagna, Ricostruita la pianta del maniero risalente a metà ’200: prima una discarica poi una scalinata e parti d’un arco
È soddisfatto Federico Zoni, archeologo, docente di Archeologia medioevale all’università di Bergamo e direttore delle campagne di scavi attuate negli ultimi quattro anni e in corso al Castello di Caspoggio.
Che hanno permesso di portare alla luce qualcosa come 8mila reperti archeologici, tutti censiti, catalogati, e custoditi nei magazzini del Museo valtellinese di storia ed arte di Sondrio.E di ricostruire anche la pianta del vecchio maniero risalente alla metà del 1200, di cui, negli anni, sono stati rinvenuti il muro di cinta, il palazzetto residenziale, una cisterna, una torre d’angolo e, proprio in quest’ultimo mese, il torrione centrale, una scala monumentale e le parti di un grande arco d’accesso.
«Siamo tornati a Caspoggio per la quarta campagna di scavi il 19 giugno di cui abbiamo restituiamo i risultati alla popolazione nell’open day di oggi (ieri, per chi legge, nda) - dice Federico Zoni, direttore dell’indagine in corso -. Con me, in queste settimane, Fiorenza Gulino, responsabile degli scavi, e Barbara Proserpio, responsabile dell’archeobotanica, insieme ad una decina di studenti in archeologia provenienti dalle università di Bergamo, Milano, Trieste, e Madrid». Si è lavorato con picconi e pale, ma anche con palette e scopini, per fare in modo che nessun piccolo reperto passi inosservato. E poi via di setaccio per estrarre dai detriti quelli che sono i reperti, le testimonianze delle epoche passate, e, ancora, preliminarmente, il passaggio con il drone, per avere contezza dell’area nel suo insieme, e introspezione con il Gps differenziale, strumento utile a geolocalizzare l’area in cui scavare.
Che i nostri Indiana Jones hanno scoperto e ricoperto più volte, in questi giorni, alle prese, come sono stati, con sprazzi di sereno misti a forti acquazzoni.«Siamo molto soddisfatti dell’attività svolta, dei risultati raggiunti - assicura Zoni - e dell’accoglienza ricevuta dal sindaco, Danilo Bruseghini, che subito si è attivato perché venisse sfalciata l’area.
Il Comune, del resto, ha investito molto negli scavi, nella campagna 2021-2022 e, quest’anno, lo ha fatto in tandem con la Provincia di Sondrio. Ricordo anche che il tutto è partito grazie al contributo della fondazione Cariplo, attraverso il progetto “Le radici di un’identità”, ed è condotta dall’Università degli studi di Milano in tandem con quella di Bergamo, col Museo valtellinese di storia ed arte, con la supervisione e il benestare della Soprintendenza ai beni architettonici, alle belle arti e al paesaggio».
L’idea era riandare alla località Castello del Medioevo, alla metà del 1200, cui viene fatto risalire il primo maniero, poi, grazie agli scavi, si è capito che c’era qualcosa di più, lì sotto. Qualcosa di più antico risalente all’età del Bronzo e del Ferro di cui il coinvolgimento di Umberto Tecchiati, Professore Associato di preistoria e protostoria all’Università di Milano, che è salito a Caspoggio la scorsa settimana. E, insieme agli studenti, si è messo a scavare e a setacciare, preso dall’entusiasmo.
«E dire che tutto è partito dalla discarica del 1200 - sottolinea Zoni -, perché è la prima che abbiamo trovato scavando. Il luogo in cui erano stati gettati i rifiuti, preziosi per noi, per ricostruire la dieta dell’epoca, gli oggetti usati nel quotidiano e nella vita militare, considerato che abbiamo ritrovato tantissime punte di freccia e di balestra».Una volta chiusa la discarica, è comparsa una imponente scalinata e le parti di un arco monumentale, probabile d’accesso al Castrum «per cui l’intenzione, per il prossimo anno - conclude Zoni -, è quella non solo di continuare a scavare, ma di valorizzare il sito di scavo e renderlo visitabile e leggibile a tutti»
Elisabetta Del Curto
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